Nel 1962 nasceva la Centrale rischi, un sistema informativo per monitorare i crediti bancari di famiglie e imprese. Nel 1964 è poi entrata ufficialmente in funzione e raccoglie tutti i debiti bancari delle aziende e dei privati (sopra i 30mila euro). Nel tempo poi è stata arricchita e sviluppata raccogliendo più informazioni, elaborando maggiori dati e migliorandone la velocità.
Ma come funziona in pratica? Tutte le banche italiane, società finanziarie, fintech, carte di credito e società di leasing comunicano mensilmente alla Banca d’Italia le posizioni debitorie dei propri clienti. I dati che vengono trasmessi sono i debiti originari, residui, le rate non pagate gli eccessi di utilizzo dai fidi accordati i canoni leasing non pagati, e lo stato della posizione debitoria con l’istituto che l’ha concessa. Di fatto, se una società non ha debiti in Centrale rischi non risulterà nulla. Al contrario, se ci sono dei debiti in Centrale rischi risulterà la posizione. Quindi essere presenti in Centrale rischi non significa nulla. Basta contrarre un debito per essere presenti. Diverso è avere una segnalazione negativa, che vedremo di seguito.
Oltre ai debiti effettivi risultano anche quelli potenziali. Cioè, le garanzie prestate a favore del debitore principale. Quindi se, per esempio, i soci di una società hanno rilasciato una garanzia personale a tutela del debito della società verso la banca, questo impegno risulterà nella sezione dedicata ai garanti (garanzie concesse).
Ogni banca può accedere alla Centrale rischi e può vedere la posizione del soggetto (privato o impresa) sul sistema bancario. Grazie alla Legge sulla privacy non potrà vedere il nome degli istituti di credito ma, solo se ci sono segnalazioni e quanto sono gli impegni in essere del debitore.
Di fatto, ogni volta che si chiede un leasing o prestito l’istituto di credito fa un accesso in Centrale rischi al fine di valutare la solvibilità del richiedente, la sua storia come pagatore e la sostenibilità di quanto richiede in base alle posizioni debitorie in essere.
Le segnalazioni negative possono essere di vario genere: sconfino, incaglio e sofferenza.
Lo sconfino si ha quando l’utilizzato del credito è superiore al concesso o c’è una rata non pagata. Se questa situazione si protrae per più di 90 giorni la posizione passa all’incaglio. Se perdura o la linea di credito concessa viene revocata con richiesta di rientro la posizione passa allo stato di sofferenza. Di fatto con lo stato di sofferenza nessuna banca erogherà nessun prestito, ma anche lo stato di incaglio è spessissimo bloccante di qualsiasi nuova operazione di debito.
Ultima nota, la Centrale rischi è solo italiana. Se l’azienda ha posizioni debitorie in banche estere, qui non risulteranno.
Ogni contribuente può accedere con lo spid alla propria Centrale rischi per controllare lo stato della sua posizione. In questo caso, la Centrale rischi è completa con il nome di tutti gli istituti di credito. Ultimamente per questo motivo le banche richiedono ai clienti la Centrale rischi piuttosto che fare un accesso diretto.
Aggiornato il 09 aprile 2024 alle ore 09:26