n.2 del 13 gennaio 2024
I saluti più cordiali ai nostri ascoltatori. Secondo gli analisti economici, il 2024 potrebbe essere l’anno della ripresa per il settore immobiliare. In particolare, come messo in evidenza dalla stampa, tra i temi di investimento dell’anno resta il mattone, che secondo le previsioni di Savills si colloca tra i “top picks”. A tenere è il residenziale, soprattutto multifamiliare, il quale, a fronte di una scarsità di offerta, presenta una domanda molto alta, e ciò porterà a rendimenti più allettanti e a una situazione interessante per gli investitori.
In un altro studio di un portale immobiliare specializzato è emerso che la redditività lorda dell’investimento immobiliare residenziale ha registrato un aumento nel corso del 2023, attestandosi all’8,2 per cento e in crescita rispetto 2022. Riguardo al mercato europeo, è degno di attenzione l’ultimo International Rent Index di HousingAnywhere, la più grande piattaforma europea di affitti a medio termine, che ha analizzato gli andamenti dei prezzi di affitto nelle 23 maggiori città europee per il quarto trimestre del 2023. È emerso un rallentamento nei rincari degli affitti in tutta Europa, con un aumento contenuto al 5,8 per cento dei prezzi degli affitti rispetto all’anno scorso. In generale, comunque, le città più costose per stanze e monolocali sono state individuate nei Paesi Bassi e in Germania.
Gli organi di informazione hanno pure riportato un’analisi di Bankitalia predisposta sulla base delle statistiche elaborate dalla Banca centrale europea. Secondo la stessa, il 5 per cento delle famiglie italiane possiede il 46 per cento della ricchezza del nostro Paese. In media per circa la metà, tale ricchezza è costituita da abitazioni, anche se la percentuale varia a seconda del patrimonio dei nuclei familiari e arriva a costituire i tre quarti di quello delle famiglie sotto la media. La concentrazione della ricchezza netta è aumentata tra il 2010 e il 2016, per poi mantenersi pressoché stabile; la dinamica più recente, caratterizzata da una lieve crescita nel 2021 e da una riduzione nel 2022, sembra riflettere principalmente l’andamento dei prezzi delle attività finanziarie detenute dalle famiglie appartenenti al decile più ricco.
In rilievo sui media anche i bonus edilizi, per i quali Confedilizia ha elaborato e diffuso una tabella, riepilogativa delle principali agevolazioni che potranno essere ancora utilizzate nel corso del 2024 e del 2025, che è stata pure illustrata nel corso del seminario web “Casa e fisco: le novità per il 2024”, in onda sul sito Internet, sulla pagina Facebook e sul canale YouTube della medesima Confederazione della proprietà edilizia. Alcuni come il bonus facciate fanno già parte del dimenticatoio, altri come il Superbonus sono stati confermati, ma solo per alcune tipologie immobiliari e con una percentuale di detrazione inferiore. Ma esistono altri come il bonus mobili, il bonus ristrutturazione, l’ecobonus o il sismabonus che rimangono in vigore.
In particolare, nel 2024, il Superbonus potrà essere utilizzato solo da alcuni soggetti tra cui i condominii e i proprietari di edifici da 2 a 4 unità immobiliari, con un’aliquota ridotta al 70 per cento, che dal 2025 si ridurrà al 65 per cento. Sempre in merito al Superbonus 110 per cento, i dati forniti dall’Enea nell’ultimo resoconto certificano che a fine 2023 sono stati ammessi alla detrazione oltre 102,6 miliardi di investimenti per i lavori di efficienza energetica, conclusi per 99,732 miliardi.
La conclusione del presente podcast è affidata al commento di Valentina Diaconale, giornalista dell’Opinione delle Libertà: “Un saluto a tutti gli ascoltatori. Un piccolo inciso per quanto riguarda il Superbonus che potrà essere utilizzato nell’anno corrente dai condominii e dai proprietari di edifici da 2 a 4 unità immobiliari, come detto, precedentemente. Il passaggio dalla detrazione del 110 per cento a quella del 70 per cento da sì la possibilità di ultimare lavori già in corso ma crea un serio problema economico per le famiglie coinvolte che si ritrovano con dei costi superiori a quelli preventivati. Forse la soluzione più semplice sarebbe quella di concedere altri 2-3 mesi in più ai condominii per terminare i lavori ma sappiamo che nel nostro Belpaese le strade più percorribili diventano le più tortuose. Tutto ciò esula dal giudizio personale o politico che ognuno di noi può essersi fatto sul Superbonus, si tratta di un problema reale che coinvolge i singoli cittadini”.
(*) Il podcast è a cura di Sandro Scoppa, conduce Sara Tagliente
Aggiornato il 15 gennaio 2024 alle ore 11:10