(Cauto) ottimismo sull’accessibilità al credito bancario

In un periodo caratterizzato da incertezza economica e politiche monetarie stringenti, il panorama del credito bancario in Italia sta vivendo una fase di cambiamento graduale ma decisivo per il futuro dell’economia. Dopo mesi di restrizione del credito, infatti, potrebbe aprirsi una nuova prospettiva di maggiore accessibilità ai finanziamenti sia per le imprese, sia per i privati. Le principali banche italiane – Intesa Sanpaolo, Unicredit, Bper e Banco Bpm – hanno mostrato un calo significativo nei prestiti concessi ai propri clienti. Tra settembre 2022 e settembre 2023, i crediti verso la clientela sono diminuiti di oltre 70 miliardi di euro. Questo fenomeno è dovuto principalmente all’aumento dei tassi di interesse, che ha reso più oneroso per le banche finanziare prestiti, aumentando il costo del debito per cittadini e imprese. Per le aziende, la situazione è di stallo. Secondo quanto emerge dal barometro di Crif (acronimo di “Centrale rischi di intermediazione finanziaria”) relativo al terzo trimestre, la richiesta di credito da parte delle imprese è rimasta quasi invariata. Molte hanno preferito utilizzare le proprie riserve finanziarie per le spese correnti, posticipando i piani di investimento a lungo termine.

La situazione attuale, quindi, presenta importanti incertezze. Emerge, tuttavia, una nota di ottimismo. Gli analisti, infatti, prevedono che la stabilizzazione e, eventualmente, una futura riduzione dei tassi di interesse, potrebbero gradualmente consentire alle imprese di tornare ad accedere a fonti di capitale di debito. Le ultime indicazioni delle banche centrali, tra le quali la Banca centrale europea, suggeriscono, infatti, un possibile allentamento delle politiche monetarie nei prossimi mesi. Filippo Mastropietro, banking & capital markets leader di Ey in Italia, offre una prospettiva di ottimismo, dichiarando che “nel lungo termine prevediamo un graduale ribilanciamento da parte delle aziende nel riutilizzo di fonti di capitale di debito, grazie alla prospettata normalizzazione e progressiva riduzione dei tassi di interesse”. Sotto il punto di vista del mercato immobiliare, si registrano fluttuazioni che riflettono le difficoltà generali del settore creditizio, ma non si segnalano pericoli imminenti. Anche i mutui, al momento, secondo gli esperti non sembrano rappresentare un rischio immediato per il mercato immobiliare. In un contesto così delicato, le decisioni future delle banche centrali saranno determinanti. Un graduale allentamento delle politiche monetarie potrebbe infatti favorire una ripresa dei volumi dei prestiti. Tuttavia, la strada verso la normalizzazione dell’economia sarà probabilmente lenta e condizionata da fattori esterni, come l’evoluzione del contesto geopolitico.

Aggiornato il 19 dicembre 2023 alle ore 11:06