La Bce lascia fermi i tassi: i mercati restano ottimisti

Christine Lagarde frena sui tagli. La presidente della Banca centrale europea non condivide l’ottimismo dei mercati e lascia i tassi fermi al 4,5 per cento. A differenza del collega americano Jay Powell, presidente della Federal Reserve, che ha già annunciato tre cali per il 2024, Lagarde ribadisce che i tagli sono ancora fuori dall’orizzonte. L’inflazione non è ancora stata arginata. A metà dell’anno prossimo inizia la vera chiusura del programma di acquisto straordinario di titoli, il Pepp, iniziato con la pandemia per sostenere l’economia europea piombata in profonda recessione.

Lagarde ha spiegato: “Non abbiamo parlato per niente di taglio dei tassi, non crediamo che sia tempo di abbassare la guardia, c’è ancora lavoro da fare e quindi aspettiamo. La Bce resta dipendente dai dati”. E sull’inflazione di fondo servono più informazioni che arriveranno solo nei prossimi mesi. L’inflazione nominale, invece, resta sulla buona strada. Anche se a dicembre vedremo un nuovo aumento dovuto all’energia, la Bce rivede al ribasso le proiezioni per il 2023 e il 2024. Gli esperti ora si attendono che si collochi al 5,4 per cento per quest’anno, al 2,7 per cento il prossimo, al 2,1 per cento nel 2025 e all’1,9 per cento nel 2026. Una traiettoria migliore delle attese, frutto della stretta monetaria iniziata a luglio del 2022 e proseguita ininterrottamente, con dieci rialzi, fino a settembre.

Le decisioni di Francoforte hanno rallentato l’inflazione raffreddando l’economia, che ha sfiorato la recessione. La Bce è stata costretta a tagliare le stime sulla crescita: il +0,7 per cento previsto a settembre per il 2023 è sceso a +0,6 per cento, e il +1 per cento del 2024 è calato a +0,8 per cento. La crescita resta quindi “contenuta” nel breve periodo, per poi riprendersi nel medio termine per effetto dell’incremento dei redditi reali e del miglioramento della domanda esterna. Sempre se il commercio globale non subirà nuove battute d’arresto. Invariata la stima sul 2025 (+1,5 per cento), ma è ancora troppo presto per prevedere cosa succederà all’economia insidiata su parecchi fronti. Restano i rischi geopolitici delle due guerre in corso, in Ucraina e in Medio Oriente, e restano gli effetti della stretta monetaria che ancora non si sono visti appieno.

Le parole della Lagarde sono arrivate chiare ai mercati, con la Borsa di Milano che ha prima virato in negativo ma ha chiuso poi in positivo, come le altre Borse europee. Per diversi analisti, però, non c’è spazio per troppo ottimismo: il taglio dei tassi, che gli investitori prezzavano da marzo, adesso è rinviato come minimo a giugno. Ma qualcosa si muove: la Bce non parla più di “inflazione troppo elevata per troppo tempo”, ma spiega che “calerà gradualmente nel corso dell’anno prossimo”. Un altro elemento che prepara il terreno ai tagli nel 2024 è la decisione, a sorpresa, di dare il via alla ritirata del programma pandemico di acquisto dei titoli. “Il Pepp ha servito il suo scopo, la pandemia è finita, e la normalizzazione del bilancio della Bce è benvenuta”, ha detto Lagarde, spiegando che la decisione è stata presa da una “larga maggioranza”, anche se “alcuni avrebbero preferito una diversa tabella di marcia”. I nuovi acquisti del Pepp erano terminati già lo scorso anno, ma la Bce aveva deciso di reinvestire il capitale rimborsato sui titoli in scadenza ancora fino a fine 2024, per evitare effetti traumatici sui titoli di Stato. Ora ridurrà i reinvestimenti di di 7,5 miliardi di euro al mese a partire dalla seconda metà del 2024. Un rischio per i Paesi che più hanno beneficiato del programma straordinario di acquisti. Per Lagarde non ci saranno scossoni sui mercati, ma se qualcosa dovesse andare storto “ci sono gli strumenti che non esiteremo a usare”.

Aggiornato il 15 dicembre 2023 alle ore 11:47