I mercati finanziari hanno cominciato a fiutare prospettive di pace

La Borsa valori è sempre stata considerata il barometro dell’economia. Gli operatori professionali dei mercati finanziari effettuano i loro acquisti o le vendite sulla base delle aspettative sull’andamento prospettico dell’economia. Generalmente le quotazioni nei mercati regolamentati anticipano le aspettative positive sull’economia. Di fatto, i mercati hanno già anticipato la riduzione dei tassi d’interesse che le banche centrali dovrebbero iniziare a effettuare a partire dalle prime riunioni programmate per il 2024. Dalle pagine di questo quotidiano avevamo più volte messo in evidenza che sul mercato secondario dei titoli obbligazionari emessi dagli Stati era iniziata la riduzione dei tassi d’interesse. Per esempio, il Btp decennale sul mercato secondario, con l’ultimo aumento dei tassi della Banca centrale europea, il titolo di riferimento (Btp con scadenza decennale) del debito sovrano italiano aveva superato ampiamente il rendimento del 5 per cento. Dopo la decisione del 13 dicembre, della Fed di lasciare per la terza volta di seguito immutati i tassi americani la remunerazione dei Btp è scesa a circa il 3,75 percento.

Ancora una volta, la Banca centrale europea, nella riunione del board di ieri, ha seguito pedissequamente le decisioni prese dalla Federal Reserve americana lasciando anch’essa invariati i tassi d’interesse anche se ci sarebbero state tutte le condizioni per iniziare una politica monetaria meno restrittiva. Per Christine Lagarde, l’inflazione continuerà a calare gradualmente nel 2024. Nel 2025 è prevista un’inflazione al 2,1 per cento per raggiungere il target entro il 2 per cento nel 2026. L’inflazione americana è stata ed è ancora influenzata dal surriscaldamento dell’economia mentre la crescita dei prezzi in Europa, in larga misura, è stata causata dalla impennata dei prezzi dell’energia prodotta da fonti fossili (gas e petrolio). Ha prevalso, nell’ultima riunione del 2023 della Bce, la pressione dei falchi della Banca centrale a trazione tedesca che sono ossessionati dalla inflazione. L’inflazione, in realtà, è scesa pedissequamente alla riduzione sui mercati del prezzo del gas e del petrolio.

I mercati finanziari internazionali hanno fiutato la possibilità concreta di una risoluzione pragmatica della guerra russo-ucraina prima che si apra la stagione delle elezioni per il Parlamento europeo che si svolgeranno nei primi 10 giorni di giugno del 2024 e le elezioni presidenziali negli Stati Uniti che si terranno il 5 novembre 2024. Anche la guerra in Israele, con la vittoria dello Stato ebraico, volge al termine. Infatti, già si discute a livello di diplomazia internazionale come dovrà essere gestito il post guerra a Gaza e chi dovrà amministrare i territori palestinesi liberati dall’esercito israeliano dai terroristi di Hamas. Il presidente Joe Biden (si ricandiderà?) non può permettersi il lusso di fare una campagna elettorale con la guerra in Ucraina in corso che, suo malgrado, non sta avendo gli effetti sperati ovvero la sconfitta del nemico Vladimir Putin e della Federazione Russa. Già i sondaggi danno in vantaggio Donald Trump. La Nato, capitanata dagli Usa, aveva puntato tutte le fiches nella controffensiva dell’esercito giallo-blu che avrebbe dovuto riconquistare i territori occupati dall’invasore russo creando le premesse per la sconfitta dello zar russo.

La stessa Unione europea sta vivendo una stagione politica particolarmente complicata. I reiterati successi elettorali dei partiti conservatori e di destra potrebbero compromettere i risultati elettorali alle Europee che possono mutare i rapporti di forza nella governance del Vecchio Continente che da decenni si basa sull’alleanza tra Partito popolare europeo e dei partiti socialisti. La “stanchezza” dei Paesi europei al sostegno incondizionato all’Ucraina è ormai palpabile anche nel sentiment degli stessi cittadini comunitari. Come i repubblicani americani, i conservatori e le destre europee non sono più disposti a firmare “cambiali in bianco” al presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Presidente ucraino che da qualche mese comincia a subire qualche dissenso nel suo stesso Paese.

Aggiornato il 15 dicembre 2023 alle ore 11:44