Mercati finanziari: tassi d’interesse in discesa

La politica accorta di bilancio attuata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) presieduto da Giancarlo Giorgetti sta avendo effetti positivi sul mercato dei capitali, sui tassi d’interesse e sullo spread. È passato inosservato, anche da parte dei giornali specializzati, il comunicato stampa numero 170 – datato 21 novembre 2023 – del Mef, con il quale il Tesoro comunica che “coerentemente con gli obiettivi per l’anno 2023, non avranno luogo i seguenti collocamenti:

1) asta Btp short term e dei Btp euro prevista per il 24 novembre;

2) asta Btp con scadenza superiore ai 10 anni prevista per il 13 dicembre;

3) asta dei Bot e dei Btp short term previsti per 27 dicembre;

4) asta dei titoli a medio termine prevista per il 28 dicembre 2023”.

La modifica, con l’annullamento delle aste previste in calendario, hanno un significato molto importante per la situazione delle nostre finanze pubbliche. Il Tesoro ha raggiunto gli obiettivi di collocamento del nostro debito sovrano prima di quanto era stato programmato. Gli effetti dell’annullamento delle aste di titoli pubblici si tradurrà in una riduzione delle spese per interessi dello Stato, in quanto i tassi d’interesse stanno lentamente scendendo sul mercato dei capitali. Sul mercato secondario, i titoli di Stato italiano (Btp in circolazione, oggetto di negoziazione sui mercati regolamentati) scontano un minor tasso d’interesse di quasi 100 punti base (uno per cento) rispetto al picco (5 per cento) che si è verificato dopo l’ultimo rialzo dei tassi d’interesse da parte della Banca centrale europea. Oggi, un Btp con scadenza decennale in borsa sconta una remunerazione intorno al 4 per cento lordo.

In sostanza, il mercato dei capitali ha già recepito una riduzione dei tassi d’interesse di almeno lo 0,5 per cento rispetto al tasso di riferimento principe della Bce, che è ancora del 4,5 per cento. È la plastica constatazione che la politica monetaria restrittiva della Banca centrale è di fatto disattesa dai mercati finanziari. Anche l’inflazione, in Europa e in Italia, è scesa rapidamente per il combinato disposto della riduzione dei prezzi dei prodotti energetici fossili (gas e petrolio) e per la forte contrazione del Pil in Europa, causata dalla politica eccessivamente restrittiva della Bce. Nell’ultima riunione del board della Banca centrale europea, che si terrà il 14 dicembre prossimo, i governatori dei Paesi che hanno adottato l’euro come moneta comune si troveranno una situazione radicalmente diversa da quella prevista dalla Bce. La presidente Christine Lagarde e i membri del Consiglio dei governatori continueranno a mantenere una politica fortemente restrittiva sui tassi d’interesse, nonostante le oggettive mutate condizioni di mercato? È ancora “giustificata” una politica monetaria così devastante per l’economia del Vecchio Continente? Voglio sperare che i membri del Comitato esecutivo della Banca centrale europea facciano tesoro dei macroscopici errori commessi sulla politica monetaria attuata dalla Banca di emissione dell’euro, che ha messo in ginocchio l’economia dell’Europa, impoverendo le famiglie – e le imprese – che avevano contratto finanziamenti a tassi variabili.

Aggiornato il 06 dicembre 2023 alle ore 12:36