Nomisma: “Il mercato immobiliare rallenta”

Nell’andamento del mercato immobiliare pesa la crescita del costo del denaro. Lo si legge nel terzo Osservatorio 2023 di Nomisma. Il rallentamento del mercato immobiliare italiano si è fatto più intenso quest’anno con un calo delle vendite del 13 per cento anche a causa del minore ricorso ai mutui. “Il rallentamento del mercato immobiliare italiano che aveva iniziato a manifestarsi a partire dal secondo semestre del 2022 – sottolinea Nomisma – si è fatto progressivamente più intenso nel corso di quest’anno e minaccia ora di estendersi al prossimo”. L’erosione del potere di acquisto delle famiglie italiane associata alle difficoltà di accesso al credito ha finito per penalizzare le prospettive del comparto. Nel corso dell’anno a ridursi non è stato l’interesse della domanda potenziale, che in Italia si mantiene su livelli straordinariamente elevati. “L’improvvisa carenza di ossigeno al mercato immobiliare italiano è dovuta – si legge nel rapporto – dalla mancata indicizzazione dei redditi e dalle accresciute difficoltà di accesso al credito derivante dall’impennata del costo del denaro”. Politiche creditizie più prudenti unitamente alla frenata della domanda si ripercuotono sui volumi di mutui erogati, che registrano un arretramento del 29 per cento nell’anno in corso, con una conseguente diminuzione delle compravendite nell’ordine del 13 per cento”. Le difficoltà riscontrate dalle famiglie a finalizzare l’acquisto di una casa fanno crescere l’interesse per il mercato degli affitti. Nell’ultimo anno – precisa Nomisma – il 7,3 per cento della domanda si è spostata dall’acquisto all’affitto accentuando la pressione su un comparto già saturo.

Frattanto, nel secondo semestre del 2023 il mercato residenziale della compravendita a Torino ha cominciato a evidenziare segnali di rallentamento, in linea con quanto accade a livello nazionale ormai da un anno a questa parte. Il ripiegamento è riconducibile prevalentemente al calo dei prezzi, nonché alla flessione dell’attività transattiva e dell’intensità della domanda. È quanto emerge dal rapporto targato Nomisma. La variazione del numero di transazioni – secondo i dati dell’Agenzia delle Entrate – torna a essere negativa (-9 per cento) dopo due anni di notevole espansione delle compravendite. Secondo l’opinione del 90 per cento degli operatori locali intervistati da Nomisma, la motivazione risiede prevalentemente nell’elevato costo dei mutui. A questo proposito la quota di operazioni di acquisto assistita da finanziamento passa in un semestre dal 75 per cento al 66 per cento. In calo i prezzi rispetto al precedente semestre, sia per le abitazioni in ottimo stato (-0,3 per cento) sia per il residenziale usato (-0,5 per cento). Non subiscono arretramenti le zone di pregio cittadine, che per il comparto delle abitazioni nuove raggiungono addirittura punte del +1,5 per cento semestrale. Segnali di stagnazione arrivano anche dai tempi medi di vendita e dal divario tra prezzo richiesto ed effettivo, che per le abitazioni usate da tre semestri a questa parte si attestano, rispettivamente, a 4,5 mesi e all’11 per cento. La componente destinata alla locazione continua a crescere arrivando a rappresentare circa il 54 per cento della domanda. L’aumento di interesse per il mercato locativo ha avuto effetti sulla dinamica dei canoni, che in questa seconda parte dell’anno sono cresciuti mediamente del 3 per cento, dato notevolmente superiore alla media dei grandi mercati. La maggior parte degli agenti immobiliari torinesi prevede un calo delle compravendite già a consuntivo di quest’anno, che proseguirà anche nel 2024. Per quanto riguarda i prezzi ci si attende invece una sostanziale stabilità. Decisamente più ottimistiche risultano le previsioni per il comparto locativo.

Aggiornato il 22 novembre 2023 alle ore 16:36