La Bce insiste: “Tassi d’interesse restrittivi finché sarà necessario”

La Bce, tramite il proprio Bollettino economico di agosto fa sapere che “l’inflazione continua a diminuire, ma ci si attende ancora che rimanga troppo elevata per un periodo di tempo prolungato”. E spiega come “il Consiglio direttivo è determinato ad assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2 per cento nel medio termine. Nella riunione del 27 luglio 2023 ha pertanto deciso di innalzare di 25 punti base i tre tassi di interesse di riferimento della Bce. Le prospettive economiche a breve termine per l’area dell’euro si sono deteriorate, principalmente a causa dell’indebolimento della domanda interna. L’elevata inflazione e le condizioni di finanziamento più restrittive comprimono la spesa”.

La Bce sottolinea come le prospettive per la crescita economica e l’inflazione rimangano estremamente incerte: anche gli investimenti delle imprese e quelli nell’edilizia residenziale mostrano segnali di debolezza; mentre i servizi continuano a evidenziare una maggiore tenuta, specialmente nei sottosettori ad alta intensità di contatti, come il turismo. Tuttavia, viene specificato che anche il comparto dei servizi perde slancio. Pertanto, “l’economia dovrebbe rimanere debole nel breve periodo. Nel corso del tempo il calo dell’inflazione, l’incremento dei redditi e il miglioramento delle condizioni dell’offerta dovrebbero sostenere la ripresa”.

Fra i rischi al ribasso per la crescita a breve termine ci sono la guerra della Russia contro l’Ucraina e l’incremento delle tensioni geopolitiche su più ampia scala: rischi che potrebbero frammentare il commercio internazionale e quindi gravare sull’economia dell’area dell’euro.

Inoltre, l’espansione economica potrebbe risultare più lenta se gli effetti della politica monetaria fossero più forti delle attese o se l’economia mondiale si indebolisse, deprimendo la domanda di esportazioni dell’area dell’euro. L’espansione potrebbe invece rivelarsi maggiore del previsto se, grazie alla vivacità del mercato del lavoro, all’incremento dei redditi reali e alla minore incertezza, cittadini e imprese riacquistassero fiducia e aumentassero i consumi.

Sempre nel Bollettino, la Bce specifica: “Le decisioni sui tassi di interesse seguiteranno a essere basate sulla valutazione delle prospettive di inflazione alla luce dei dati economici e finanziari più recenti, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria”. Non solo: “Il Consiglio direttivo ha inoltre deciso di fissare la remunerazione delle riserve obbligatorie allo 0 per cento. Questa decisione preserverà l’efficacia della politica monetaria, mantenendo l’attuale grado di controllo sull’intonazione di quest’ultima e assicurando la completa trasmissione delle decisioni sui tassi ai mercati monetari. Allo stesso tempo, la decisione migliorerà l’efficienza della politica monetaria, riducendo l’ammontare complessivo degli interessi da corrispondere sulle riserve, al fine di dare attuazione all’orientamento adottato”.

Intanto, i criteri per la concessione di prestiti a famiglie e imprese hanno registrato un ulteriore inasprimento, dato che le banche nutrono maggiori timori circa i rischi a cui è esposta la clientela e sono meno disposte a sostenerli. “L’incremento dei tassi rispecchia la valutazione, da parte del Consiglio direttivo, delle prospettive di inflazione, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità di trasmissione della politica monetaria. Gli andamenti osservati dopo la riunione del 15 giugno confermano l’aspettativa che l’inflazione si ridurrà ulteriormente nel resto del 2023, ma si manterrà su un livello superiore all’obiettivo per un prolungato periodo di tempo”.

“Sebbene alcune misure mostrino segnali di allentamento, l’inflazione di fondo rimane nel complesso elevata. I passati aumenti dei tassi di interesse continuano a trasmettersi con vigore: le condizioni di finanziamento si sono inasprite nuovamente e frenano in misura crescente la domanda, che rappresenta un fattore importante per riportare l’inflazione all’obiettivo”. Da qui il monito esplicito: “Con il venir meno della crisi energetica i governi dovrebbero revocare tempestivamente e in maniera concertata le misure di sostegno adottate. Ciò è essenziale per evitare di spingere al rialzo le pressioni inflazionistiche di medio termine, che altrimenti richiederebbero una risposta di politica monetaria più risoluta”.

E conclude: “Il Consiglio direttivo apprezza la dichiarazione dell’Eurogruppo del 13 luglio 2023 sull’orientamento delle politiche di bilancio nell’area dell’euro, dichiarazione che è coerente con questa valutazione. Le politiche di bilancio dovrebbero essere formulate con l’obiettivo di accrescere la produttività dell’economia dell’area e ridurre gradualmente l’elevato debito pubblico. Politiche volte a migliorare la capacità di offerta dell’area dell’euro possono contribuire a ridurre le spinte sui prezzi nel medio periodo, sostenendo al tempo stesso la transizione ecologica, promossa anche dal programma Next Generation Eu. La riforma del quadro di governance economica dell’Ue dovrebbe concludersi entro la fine del 2023”.

Aggiornato il 18 gennaio 2024 alle ore 15:53