Il Pil cala e l’inflazione rallenta: la situazione in Italia

Nel secondo trimestre del 2023, in Italia, la crescita del Prodotto interno lordo (Pil) è tornata a calare. Dopo il primo trimestre positivo per lo Stivale, ora il dato percentuale, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è diminuito dello 0,3 per cento rispetto al periodo precedente – durante il quale era cresciuto dello 0,6 per cento in termini tendenziali, rendendo peggio di Germania e Francia. Questi dati derivano dalla stima preliminare dell’Istituto nazionale di statistica (Istat) per l’Italia.

“Alla discontinuità dell’andamento congiunturale nel secondo trimestre – commenta l’Ente nazionale – fa fronte l’evoluzione positiva del Pil in termini tendenziali in misura dello 0,6 per cento, che rappresenta la decima crescita trimestrale consecutiva”. Tra aprile e giugno di quest’anno si è stati a lavoro un giorno in meno rispetto allo stesso periodo del 2022, e tre giorni in meno rispetto al trimestre precedente. L’Istat, nel suo commento, ha aggiunto che “Questo risultato, di cui va messa in evidenza la natura preliminare, è dovuto ad una flessione sia del settore primario, sia di quello industriale, a fronte di una moderata crescita del comparto dei servizi. Dal lato della domanda la flessione proviene dalla componente nazionale al lordo delle scorte, con la componente estera netta che ha fornito un apporto nullo”.

Nel frattempo, a luglio l’inflazione sta continuando a rallentare. Sempre stando alle stime preliminari dell’Istituto nazionale, la crescita dei prezzi si attesta al +6 per cento, rispetto a un +6,4 per cento di giugno, tornando ai livelli di aprile 2022. “La decelerazione – secondo l’Istat – del tasso di inflazione si deve, in prima battuta, al rallentamento su base tendenziale dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti, dei beni energetici non regolamentati e, in misura minore, degli alimentari lavorati, degli altri beni, dei sevizi vari e dei tabacchi”. “Questa decelerazione – ha aggiunto l’Istituto – è stata solo in parte compensata dal rincaro degli alimentari non lavorati e dei servizi relativi all’abitazione”.

Infine, a luglio 2023 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, ha registrato secondo i dati provvisori dell’Istituto un aumento dello 0,1 per cento su base mensile.

Aggiornato il 31 luglio 2023 alle ore 16:01