La manovra del Governo sui mutui: durata più lunga e rate bloccate

A seguito del progressivo rialzo dei tassi di mutuo, disposto nell’ultimo anno dalla Banca centrale europea allo scopo di contenere l’inflazione, il Governo studia strumenti per consentire alle famiglie in difficoltà, e con rate di mutuo a tasso variabile, di richiedere l’allungamento dei tempi di rimborso. Secondo il presidente dell’Associazione bancaria italiana, Antonio Patuelli, i mutui a tasso variabile rappresentano un terzo dei mutui in essere tra le famiglie, all’incirca 700mila famiglie. Ma a risentire maggiormente del progressivo aumento dei tassi sono coloro che hanno aperto un contratto di mutuo variabile tra il 2015 e 2022, subendo un rialzo della rata fino al +75 per cento dal 2022. Una realtà che viene confermata anche dalla Federazione autonoma bancari italiani nel suo ultimo dossier riguardante i mutui e il credito al consumo, la cui analisi mette in luce un dato chiaro: “Chi pagava una rata di circa 500 euro al mese, oggi paga, al mese, 875 euro ovvero 375 euro in più”.

Una questione già affrontata da Palazzo Chigi nell’ultima Legge di Bilancio, in cui è stata prevista la rinegoziazione obbligatoria a tasso fisso per le fasce di reddito fino a 35mila euro di Isee. Il cliente in difficoltà ha, infatti, la possibilità chiedere alla banca, che non può rifiutarsi, di trasformare il mutuo variabile in corso a tasso fisso, sempre che ricorrano le seguenti condizioni: mutuo inferiore a 200mila euro e mutuatario mai in ritardo con i pagamenti. Ma ora la nuova proposta dell’Esecutivo, accolta con gran favore dall’Abi, mira a ridurre la rata mensile dei mutui, distribuendo gli aumenti su un arco temporale più lungo. “Stiamo lavorando con il Ministero dell’Economia e con le banche per allungare le rate di chi ha un mutuo a tasso variabile afferma è il vicepremier e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini. Il cosiddetto salva rate permetterebbe, dunque, di bloccare il costo della rata grazie alla semplice modifica della durata del finanziamento. Un’ipotesi rispetto alla quale molti istituti hanno rappresentato il loro consenso, come Banco Desio, Intesa Sanpaolo e UniCredit.

Proprio quest’ultima, da circa un mese, offre ai propri correntisti una maggiore flessibilità nel rimborso dei mutui, optando per la sospensione del rimborso della quota capitale per 12 mesi, o in alternativa la possibilità di ridurre l’importo della rata tramite l’allungamento della scadenza per un periodo fino a un massimo di quattro anni. Il provvedimento, tuttavia, non convince del tutto il Codacons, che chiede maggiori “garanzie in favore dei cittadini che hanno acceso un finanziamento, i quali, a fronte di un contenimento della rata mensile, rischiano di subire una stangata sulla spesa relativa agli interessi da corrispondere agli istituti di credito”. Per quanto sia difficile trovare una soluzione perfetta, il Governo Meloni interviene con aiuto importante, così da rendere per i cittadini con maggiori difficoltà la rata del mutuo proporzionata rispetto al proprio reddito.

Aggiornato il 10 luglio 2023 alle ore 12:28