La Banca centrale europea è divisa sull’aumento dei tassi

I membri del Consiglio direttivo della Banca centrale europea concordano sull’importanza di contenere l’inflazione intorno al due per cento, come indica il mandato della Bce, ma si dividono sulle modalità con cui agire.

Il Consiglio direttivo è il principale organo decisionale in materia di politica monetaria a livello europeo e comprende sei membri del Comitato esecutivo e i governatori delle banche centrali nazionali di ciascun Paese dell’Eurozona: ne consegue che le posizioni al suo interno riflettano le diverse sensibilità degli Stati membri. Non sorprende, quindi, che la linea più rigorista sia rappresentata dai rappresentanti tedeschi Isabel Schnabel, che siede nel Consiglio esecutivo, e Joachim Nagel, presidente della Deutsche Bundesbank, mentre i componenti italiani Ignazio Visco e Fabio Panetta esortano la Bce ad adottare un atteggiamento più flessibile, nei limiti di quanto consente il suo mandato.

La posizione tedesca è ben sintetizzata da Schnabel, secondo cui “è meglio sbagliare nel tentativo di fare troppo che in quello di fare troppo poco”. Fare “troppo” significa rialzare i tassi di interesse con il fine di contenere l’aumento dei prezzi anche a discapito della crescita economica e della disponibilità del credito, se questo fosse ritenuto inevitabile.

La linea di Schnabel è condivisa anche dall’altro membro tedesco del Consiglio direttivo, Nagel, secondo il quale portare l’inflazione più velocemente possibile al due per cento sarebbe una priorità assoluta e il mezzo per raggiungere tale obiettivo è l’aumento prolungato dei tassi, quindi anche a settembre, dopo l’aumento di 25 punti base che la presidente della Bce Christine Lagarde ha già annunciato per luglio.

Non tutti i membri del Consiglio, tuttavia, condividono la direzione indicata dalla Germania.

Il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco ha risposto a Schnabel sostenendo che la Bce non può rischiare di fare né troppo, né troppo poco, ma deve trovare il corretto equilibrio tra l’andamento dei prezzi e dell’economia. La posizione di Visco è sostenuta anche da Fabio Panetta, membro del Comitato esecutivo, che ha invitato a valutare l’impatto che l’aumento dei tassi avrebbe non solamente sull’inflazione ma anche sull’economia in generale.

Il governatore della Banca di Francia François Villeroy de Galhau, in un evento ospitato dalla Toulouse School of Economics il primo giugno, aveva adottato un atteggiamento cauto sostenendo che, relativamente all’aumento dei tassi, “la maggior parte del lavoro è già stato fatto” e che i possibili rialzi futuri saranno marginali.

Lagarde non si è ancora espressa, anche se in occasioni passate si è detta determinata a fare quanto necessario per rispettare il mandato della Bce di portare l’inflazione intorno al due per cento nel minor tempo possibile. Nemmeno il capoeconomista della Banca centrale europea, l’irlandese Philip Lane, si è espresso sull’opportunità di proseguire con una politica monetaria restrittiva anche dopo l’estate, limitandosi a ribadire che l’approccio deve essere basato unicamente sui dati e che “settembre è lontano”.

Appare possibile, al momento, che la prossima importante decisione della Banca centrale europea dividerà il suo Consiglio direttivo. Nel frattempo, gli analisti ritengono più probabile un aumento dei tassi di interesse anche a settembre.

Aggiornato il 26 giugno 2023 alle ore 10:36