Il primato della politica e la questione Mes

Il puntuale articolo “Ministero economia promuove il Mes: maggioranza in agitazione” sul parere “tecnico” espresso dal capo di gabinetto del Ministero dell’Economia e delle finanze, ha indubbiamente implicazioni politiche che coinvolgono la maggioranza di governo. Anche la Banca d’Italia, basta consultare il sito ufficiale della ex Banca centrale, per trovare opinioni che considerano il Meccanismo europeo di stabilità finanziaria un non problema. La differenza tra il parere espresso dal Mef – “la ratifica del Mef può migliorare il rating dell’Italia” – non trova un esplicito riscontro nelle risposte della banca di via Nazionale sui quesiti posti sul Mes.

Per comprendere che cos’è l’European Stabilty Mechanism occorre fare una breve cronistoria. L’Esm nasce con un trattato intergovernativo nel 2012. Non è una direttiva comunitaria. Il capitale sottoscritto è di 704,8 miliardi di euro dei quali sono stati versati 80,5 miliardi di euro. La quota di competenza di partecipazione al fondo dell’Italia è di complessivi 125,3 miliardi (poco meno del 18 per cento del capitale) di euro, ma ne ha versati 14 miliardi. I maggiori contributori: Germania, Francia e Italia esprimono un diritto di voto per singolo Stato superiore al 15 per cento.

Lo scopo del Mes è quello di concedere prestiti ai Paesi membri, subordinando l’erogazione a precise condizioni, quando lo Stato che ne fa richiesta ha difficoltà a finanziarsi sul mercato emettendo titoli del debito sovrano. Il Mes è stato istituito dopo la crisi finanziaria di fine 2006, importata dagli Stati Uniti, causata dai mutui Subprime, ovvero mutui erogati a soggetti con bassa affidabilità bancaria ma disposti a pagare alti interessi. I crediti furono cartolarizzati e venduti ai fondi d’investimento. La crisi del mercato immobiliare determinò la svalutazione degli immobili ipotecati e innescò la crisi finanziaria. Il Mes è stato utilizzato da Cipro, Portogallo, Irlanda, Spagna e Grecia; Paesi che tutti insieme non raggiungono il Pil dell’Italia. Esistono strumenti equivalenti al Mes negli altri Paesi che possano essere comparati con l’Unione europea? No! Gli Stati Uniti hanno uno strumento di stabilizzazione finanziaria come il Mes? No! L’esigenza di costituire il fondo sconta un problema politico ab origine quando è stata creata la moneta unica, l’Euro, prima dell’unità politica. Non esiste una moneta comune senza uno Stato e una politica che governi.

Il Mes è il problema politico dell’Europa. Il Regno Unito, quando ancora faceva parte dell’Unione europea, non ha partecipato alla costituzione del Mes per scelta: prima politica e dopo finanziaria. Non ha rinunciato alla sua moneta di conto e alla autonomia monetaria della sua banca centrale. Negli Stati Uniti la funzione di stabilizzazione finanziaria è svolta dalla Banca centrale, ovvero la banca creditrice di ultima istanza che ha tutti gli strumenti per “salvare gli Stati”. Fino a quando non ci sarà una vera unione politica e una vera banca centrale, l’Europa continuerà a essere una mera espressione geografica.

Aggiornato il 23 giugno 2023 alle ore 10:15