Pubblica amministrazione: cosa cambia con il nuovo decreto

Il provvedimento su cui l’Esecutivo ha ottenuto la fiducia alla Camera è stato approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 6 aprile e ora è in attesa del suo esame da parte del Senato. I punti su cui il decreto interviene, oltre alle limitazioni della Corte dei conti sugli interventi previsti dal Pnrr, sono molti e il fine è quello di potenziare le strutture della Pubblica amministrazione, con particolare riguardo a quelle coinvolte nell’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) o nella tutela della salute e dell’incolumità pubblica. Il testo, infatti, riconosce alle Pubbliche amministrazioni la possibilità di conferire a soggetti estranei ai ruoli dell’amministrazione incarichi dirigenziali generali e non generali innalzando la percentuale massima al 12 per cento delle rispettive dotazioni organiche. Una deroga che, tuttavia, si applica solo per la copertura di posti delle articolazioni che rivestono la qualifica di soggetti attuatori del Pnrr e fino al 31 dicembre 2026. Ma non solo. Ad essere rafforzate sono:

1) le dotazioni organiche delle amministrazioni centrali che fino al 30 giugno potranno essere riorganizzate ai fini della previsione di nuove procedure di assunzione del personale, ferma la prevista possibilità di stabilizzare le persone assunte a tempo determinato che abbiano maturato un periodo in servizio pari a 36 mesi e abbiano ottenuto una valutazione positiva dell’attività svolta;

2) le dotazioni organiche delle Forze armate, delle Forze di polizia, del Corpo delle Capitanerie di porto, dei Vigili del fuoco, del personale militare e di polizia per più di 2mila risorse;

3) le quote di riserva, per il settore pubblico e per quello privato, previste dalla normativa vigente in materia di assunzione obbligatoria di soggetti rientranti nelle categorie protette, in favore dei gruppi di persone con disabilità per i quali si riscontra una maggiore difficoltà di inserimento lavorativo.

Il decreto apre, inoltre, il mondo del lavoro ai giovani, riconoscendo alla Pubblica amministrazione fino al 31 dicembre 2026, la possibilità di assumere, nel limite del 10 per cento delle loro facoltà assunzionali, giovani laureati con contratto di apprendistato, ovvero studenti di età inferiore a 24 anni attraverso apposite convenzioni o contratti di formazione e lavoro, da inquadrare nell’area funzionari, nonché la facoltà di trasformare al termine dei rispettivi contratti il rapporto di lavoro a tempo indeterminato.

Con riferimento al comparto scuola per il prossimo anno scolastico (2023/2024) è prevista una procedura straordinaria di reclutamento dei docenti in possesso del titolo di specializzazione sul sostegno e si interviene sulle modalità di svolgimento del concorso per i dirigenti tecnici con funzioni ispettive del Ministero dell’Istruzione e del merito, in modo favorire le procedure concorsuali. Mentre si estende di un anno (dal 30 giugno 2023 al 30 giugno 2024) la vigenza della disposizione del Decreto-legge 76/2020 sul cosiddetto scudo erariale che limita – in via transitoria – la responsabilità erariale di amministratori, dipendenti pubblici e privati gestori di pubbliche risorse ai soli danni cagionati con dolo. Questi alcuni profili di novità del testo di legge su cui il dibattito parlamentare continua ad essere vivace nonostante il risultato ottenuto ieri del Governo Meloni. Si attende, dunque, l’esame del Senato e gli eventuali emendamenti che interverranno.

Aggiornato il 09 giugno 2023 alle ore 10:16