Crolla il prezzo alla produzione grazie a energetici

Il calo dei prezzi dell’energia registra un primo significativo effetto sui prezzi della produzione industriale. Ad aprile i costi industriali diminuiscono del 4,8% su base mensile e dell’1,5% su base annua (era +3,7% a marzo).

È il quarto decremento congiunturale (rispetto cioè al mese precedente), ma soprattutto è il primo segno meno su anno. “Alla dinamica deflattiva contribuiscono i forti ribassi sul mercato interno dei prezzi di fornitura di energia elettrica e gas”, sottolinea l’Istat. Il calo dei prezzi di elettricità e gas prosegue sui mercati. L’elettricità scende abbondantemente sotto i 100 euro a megawatt. Nella settimana da lunedì 22 a domenica 28 maggio, il Gme ha registrato un prezzo medio di acquisto pari a 93,29 euro a MWh (dai 103 euro circa della settimana precedente).

Mentre ad Amsterdam il prezzo del gas si attesta a 25 euro al megawattora, con un aumento del 2,1% dovuto soprattutto all’annuncio di un impianto in Norvegia. Nel complesso dall’inizio dell’anno il prezzo registra una flessione complessiva del 67,1 per cento. In Italia la dinamica in calo dei prezzi della produzione industriale è ancora più evidente sul mercato interno dove i prezzi diminuiscono del 6,5% rispetto a marzo e del 3,5% su base annua (da +3% del mese precedente).

Al netto del comparto energetico, i prezzi non variano in termini congiunturali mentre registrano una crescita tendenziale in rallentamento (+4,4%, da +6,5% di marzo). I cali tendenziali più marcati si registrano per coke e prodotti petroliferi raffinati (-7,3% mercato interno, -4,1% area euro, -11,3% area non euro) e metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (-4,4% mercato interno, -8,8% area euro, -7,5% area non euro). Sul mercato interno, si amplia la flessione tendenziale dei prezzi per attività estrattive (-44,5%) e fornitura di energia elettrica e gas (-21,4%).

Tuttavia restano ancora significativi gli incrementi per quasi tutti i settori manifatturieri che sono poi quelli che, a valle, incidono più direttamente sui consumatori: i più marcati riguardano industrie alimentari, bevande e tabacco (+9,2% mercato interno, +8,7% area euro, +9,4% area non euro), articoli in gomma e materie plastiche (+9,6% mercato interno, +7,5% area euro, +4,3% area non euro), industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori (+8,7% mercato interno) e computer e prodotti di elettronica e ottica (+13,0% area non euro).

Rallenta a marzo il fatturato dell’industria, che ha segnato un +4,3% su anno, mentre rispetto a febbraio passa sotto la linea rossa e vede il segno meno (-0,3%), dato che peggiora se si guarda solo al mercato interno (-0,5%).

Aggiornato il 30 maggio 2023 alle ore 18:48