Sangalli (Confcommercio): “Rischi che la ripresa rallenti”

Carlo Sangalli denuncia i rischi di una ripresa lenta. Presentando il rapporto Confcommercio-Censis su fiducia e consumi delle famiglie, il presidente della Confederazione delle imprese, delle attività professionali e del lavoro autonomo sottolinea come il risparmio stia “esaurendo il sostegno ai consumi. L’incertezza per l’inflazione e il rialzo dei tassi di interesse comprimono le intenzioni di acquisto”. A suo avviso “si rischia di rallentare la ripresa, nonostante la fiducia delle famiglie sia alta. È fondamentale accelerare le riforme, in particolare quella fiscale, e utilizzare al meglio le risorse del Pnrr”. A spiegare quanto emerge dal rapporto è il direttore dell’ufficio studi, Mariano Bella: “Nel 2022, a prezzi costanti, non abbiamo recuperato né il reddito disponibile pro capite del 2019 né, tantomeno, quello del 2007, cioè il massimo. Siamo addirittura sotto di 150 euro in termini reali rispetto al 1995, cioè quasi trent’anni fa”. Trent’anni di bassa crescita, viene evidenziato, “si sentono nelle nostre tasche e nei temi di disagio sociale e crescita della povertà assoluta”. E collegato al tema sicurezza del posto del lavoro, l’impoverimento del reddito reale determina anche “un atteggiamento di scarsa propensione a fare figli”.

Nel lungo periodo “la spesa reale è andata un po’ meglio del reddito: abbiamo recuperato quasi i livelli del 2019 ma siamo sotto i massimi del 2007 ancora di 800 euro a testa”. E con “una contraddizione pericolosa” oggi, secondo quanto rilevato con il rapporto, “la fiducia è ai massimi storici o quasi” ma con “intenzioni di acquisto non solo inferiori rispetto al 2022, ma addirittura inferiori al 2019”. Le famiglie “sentono che le cose potevano essere peggio e tirano un sospiro di sollievo; l’occupazione in qualche modo è ai massimi, i sostegni pubblici hanno funzionato, i consumi, grazie a turismo, spettacoli e cultura, attirano e danno soddisfazione; però l’inflazione non è domata e gli aiuti pubblici si riducono (come, per esempio, abbiamo visto con l’inflazione di aprile dovuta in larga parte alla rimozione di alcuni sconti in bolletta)”. Così le famiglie – emerge dal rapporto – tornano a voler “ricostituire un adeguato stock di risparmio per fare fronte al contesto ancora caratterizzato dall’incertezza. Anche per le vacanze estive “si è ancora su propensioni elevate ma in leggera riduzione rispetto al 2022”. Il focus è anche sui giovani che emergono dal rapporto come “i soggetti maggiormente fragili dal punto di vista socioeconomico ed occupazionale”. “È molto bella questa attenzione ai giovani – dice ancora Mariano Bella – anche se a me sembra che, poi, in concreto, i provvedimenti di politica economica e fiscale si concentrino sempre di più sugli anziani”. “Colpisce – dal sondaggio – il fatto che tutti, e soprattutto i giovani, siano preoccupati dalla dimensione economica del fare famiglia e fare figli”. Confcommercio averte: “Al di là delle complesse ragioni sociodemografiche, è la questione del reddito disponibile reale collegata alla sicurezza del posto di lavoro, più che i termini di contesto, a determinare un atteggiamento di scarsa propensione a fare figli” E sull’ultimo Decreto Lavoro: “Voglio solo ricordare che il recente boom del tempo indeterminato è in larga misura dovuto al pregresso super-boom dei contratti a termine, grazie alle naturali trasformazioni. Quanto all’inflazione, “guardando ai dati italiani nel complesso emerge che, senza ulteriori shock, il tendenziale dell’inflazione potrebbe tornare sotto il 6 per cento già ad agosto e scendere sotto il 3 per cento a ottobre, per finire sotto il 2,5 per cento nella media del prossimo anno. Alcuni prezzi scenderanno in livello assoluto, come già ad aprile si è visto per la verdura, le uova, i prodotti tecnologici e alcuni servizi. Nel frattempo – avverte anche il direttore del Centro studi di Confcommercio, come il presidente Sangalli – dobbiamo scegliere la strada giusta: non può che essere quella delle riforme e degli investimenti del Pnrr per rendere attuale il potenziale di fiducia che c’è tra le famiglie, come abbiamo visto, e costruire una nuova fase di crescita robusta e duratura, dopo il boom del biennio 2021-2022 e il periodo di transizione costituito da questo complesso 2023”.

Aggiornato il 18 gennaio 2024 alle ore 15:44