La verità dietro gli aumenti dei tassi d’interesse

Pochi giorni fa la Federal Reserve (Fed) ha alzato i tassi di interesse per la decima volta consecutiva, con un aumento di un quarto di punto che porta il tasso di riferimento sui fondi federali a un intervallo compreso tra il 5 e il 5,25 per cento. Anche la Banca centrale europea (Bce), seguendo la Fed, ha alzato nuovamente il tasso ufficiale di 0,25 punti percentuali, portandolo al 3,25 per cento. Questi ultimi lievi rialzi sembrano suggerire che le banche centrali stiano entrando nella fase finale del ciclo di inasprimento dei tassi. Purtroppo, non è così. I tassi di interesse continueranno a salire anche nel 2024. E la ragione è l’allargamento del conflitto russo-ucraino al mondo intero.

Si faccia attenzione: l’inflazione è iniziata nel primo trimestre del 2020 messa in moto dalla scarsità dell’offerta. Ma non c’è stato alcun rialzo dei tassi altrimenti i prezzi sarebbero aumentati ancora più rapidamente. La Fed ha aspettato di fare il primo passo solo il 18 marzo 2022, poche settimane dopo la guerra in Ucraina. Il primo rialzo dei tassi è avvenuto, pertanto, con la guerra in Ucraina, non con l’inflazione.

Il capo della Fed, Jerome Powell, sapeva che il programma dei neoconservatori era di allargare la guerra ma non poteva parlarne pubblicamente. Se si è ascoltato attentamente ciò che ha detto finora, Powell non ha mai menzionato una sola parola sull’assegno in bianco dell’Amministrazione Biden inviato nel buco nero dell’Ucraina. Da che mondo è mondo, la guerra è il motore principale dell’inflazione ma le banche centrali non se ne occuperanno, perché non vogliono “criticare” la politica estera dei governi. Quindi, non saranno mai più in grado di contenere l’inflazione e di raggiungere il loro obiettivo del due per cento, indipendentemente dal fatto che l’economia crolli proprio come è successo durante la guerra del Vietnam. Questo è un monito per tutti. Avevamo avvertito che i capitali sarebbero fuggiti dal lungo termine, per riversarsi sul breve termine perché, con i tassi in aumento e qualsiasi investimento obbligazionario a lungo termine durante un periodo di guerra, è perdente.

I segnali della guerra mondiale sono fortissimi. Innanzitutto, non si tratta più di una guerra per procura: gli Stati Uniti sono in guerra con la Russia. Washington ha confermato che c’è “una piccola presenza militare statunitense” facendo l’ammissione solo dopo una fuga di dati del Pentagono.

Il presidente cinese Xi Jinping ha annunciato che si sta preparando alla guerra. Il budget militare crescerà di circa il 7,2 per cento quest’anno dopo essere già raddoppiato nell’ultimo decennio. Questa non è una decisione improvvisa. La Cina si è posizionata silenziosamente per la guerra da un bel po’ di tempo. È interessante notare che i servizi di intelligence statunitensi ritengono che la Cina invaderà Taiwan nel 2027. Come già abbiamo scritto mesi fa, la Cina si sta sbarazzando dei Treasuries statunitensi poiché in guerra non si finanzia il debito del nemico. La svendita di questo debito eserciterà una pressione al rialzo sui tassi di interesse ma, ancora una volta, i banchieri centrali non ne parlano.

L’altro forte segnale è la recente entrata della Finlandia nella Nato. La Finlandia ne era rimasta fuori per decenni, perché una tale mossa sarebbe stata intollerabile per la minaccia che rappresentava per l’Unione Sovietica e, successivamente, per la Federazione Russa. La condivisione di 1400 chilometri di confine con la Russia rendeva la neutralità del Paese nordico un requisito essenziale per la sicurezza di Mosca. La Finlandia sopportava anche il peso di essere stata sconfitta dall’Armata Rossa come membro delle Potenze dell’Asse guidate dai nazisti. La Russia è ora circondata, con le spalle al muro, ma sceglierà la lotta piuttosto che la fuga. I guerrieri da divano che disprezzano il pacifismo e che applaudono all’unione della Finlandia con i “bravi ragazzi” e che si illudono di veder la guerra sul teleschermo, non si rendono conto a che punto di gravità sia giunto il conflitto. Per garantire la guerra su vasta scala manca solo l’adesione dell’Ucraina alla Nato.

I giocatori di scacchi stanno dunque allineando le loro pedine, ed è solo una questione di tempo prima che possa avvenire una distruzione di massa che cambierebbe il mondo come lo conosciamo. L’Arabia Saudita si è ora orientata verso la Cina. L’Opec ha annunciato che ridurrà la produzione giornaliera di petrolio, una mossa che può solo aiutare la Russia e danneggiare gli Stati Uniti. I sovietici hanno schierato sottomarini nucleari nell’Atlantico, puntando la costa orientale con missili ipersonici. Gli Stati Uniti conducono esercitazioni militari al largo di Taiwan per provocare la Cina. Tutto questo contesto manterrà alti i tassi di interesse.

L’unico modo per un ritorno alla normalità sarebbe smettere di finanziare l’Ucraina e cercare la pace. Ma questo è impossibile. Sta arrivando l’insolvenza sovrana su scala globale perché i governi hanno zero possibilità di continuare intatto questo sistema finanziario attuale. Hanno bisogno della guerra come scusa per un default del debito e arrivare a una nuova Bretton Woods come avvenne dopo la Seconda guerra mondiale. Sembra che gli Stati Uniti possano iniziare la Terza prima dell’elezione presidenziale del 2024, in modo da mantenere il burattino Joe Biden e avere il pieno controllo della politica estera.

Aggiornato il 12 maggio 2023 alle ore 11:03