Un Def pragmatico, non un libro dei sogni

Il Documento di Economia e FinanzaDef – approvato dal Consiglio dei ministri l’11 aprile 2023, traccia le linee guida delle politiche di bilancio dell’esecutivo.

Il documento è funzionale alla predisposizione della legge di stabilità per il 2024. Non è ancora disponibile il testo scritto del provvedimento previsto dalla legge di contabilità e finanza pubblica (legge 31 dicembre 2009, n. 196) e quindi il giudizio è necessariamente limitato a quanto è stato fatto trapelare dal governo a beneficio dei media.

L’approfondimento è quindi rinviato a quando sarà possibile analizzarlo nel dettaglio. Una indicazione è chiara, il Def è in linea con la legge finanziaria approvata per il 2023. Il governo di Giorgia Meloni e per esso il ministro dell’Economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti, continua il percorso improntato alla massima prudenza nella gestione delle finanze pubbliche.

Continua il blando, non avrebbe potuto fare altrimenti nelle condizioni date, percorso di riduzione del debito pubblico che scenderà intorno al 140 per cento del Prodotto interno lordo e il deficit previsto in rapporto al reddito nazionale scenderà al 4,5 per cento nel 2024, il 3,7 nel 2025 e il 3 entro il 2026 rientrando nei parametri Deficit/Pil previsto dal Trattato di Maastricht. La crescita prevista, anch’essa prudenziale, è stata rivista al rialzo poco al di sotto del 1 per cento. È probabile che i risultati a consuntivo saranno migliori rispetto alle previsioni. Anche questo atteggiamento è in linea con una comunicazione sobria del ministro Giorgetti. Un governo che ha una prospettiva di legislatura deve percorrere piccoli passi, ma deve perseguire senza tentennamenti l’obiettivo di realizzare il programma sottoposto al volere degli elettori.

Gli effetti positivi della politica di bilancio risultano evidenti dalla riduzione dello spread dei nostri titoli sovrani rispetto al bund tedesco. Le agenzie di rating internazionali, che valutano il livello di affidabilità e di rischio dei singoli Stati, sembrano apprezzare la politica di bilancio adottata dal ministro bocconiano. Gli interventi di sostegno al reddito dei lavoratori, attraverso la riduzione del cuneo fiscale, e dell’adeguamento all’inflazione non saranno a debito ma saranno compensati da una revisione della spesa pubblica.

Aggiornato il 13 aprile 2023 alle ore 10:51