Principio di realtà nella realizzazione delle opere del Pnrr

L’indebitamento può assumere connotati positivi – debito buono – se le risorse finanziarie prese a prestito sono investiti in infrastrutture necessarie e che daranno la loro utilità nel tempo per il Paese. Indebitarsi per la realizzazione di opere non strettamente necessarie producedebito cattivo – che comunque dovrà essere ripagato con gli interessi. Il capogruppo della Lega alla Camera dei deputati Riccardo Molinari, con tanto pragmatismo e buonsenso, ha ipotizzato di “valutare anche la possibilità di rinunciare a parte del Pnrr, se non si dovesse riuscire a investirli in progetti realmente necessari, evitando così sprechi e alleggerendo l’indebitamento degli italiani”. Sostanzialmente propone di utilizzare maggiormente la parte dei fondi del Pnrr non ripetibili (contributi a fondo perduto) e contenere la quota di finanziamenti che producono nuovo indebitamento del quale l’Italia non ha proprio bisogno. Proposta del capogruppo del Carroccio assolutamente condivisibile. Riccardo Molinari, opportunamente, si riferisce a investimenti e non richiamarsi al dogma in voga di dover “spendere” comunque le risorse prese a prestito. I finanziamenti per la realizzazione di opere necessarie sono investimenti e quindi utili al sistema Paese.

Spendere soldi presi a prestito per rincorrere progetti funzionali solo a rispettare tempi e modalità imposte da un programma che non considera le oggettive mutate condizioni di mercato che sono intervenute dopo l’elaborazione del New Generetion Eu è assurdo. Non può essere addebitato un insuccesso del Governo Meloni dover obtorto collo rinunciare a parte dei progetti. Basterebbe verificare quanto era stato previsto nella Nadef del 28 settembre 2022, dell’esecutivo Draghi che prevedeva opere per 30 miliardi di euro entro il 2022 e che in concreto sono stati utilizzati solo 15 miliardi ovvero la metà di quanto preventivato. Evidenza inconfutabile del fatto che già l’esecutivo di super Mario fosse in significativo ritardo sui tempi del Pnrr. Sarebbe meglio programmare la “messa a terra” di investimenti veramente realizzabili piuttosto che rincorrere progetti che risultano essere di difficile realizzazione. Il governo potrebbe utilizzare tutti i fondi disponibili se l’Unione europea sarà, come dovrebbe essere, flessibile nei tempi di realizzazione del Pnrr. Il principio di realtà dovrebbe essere la stella polare dell’esecutivo di centrodestra!

Aggiornato il 05 aprile 2023 alle ore 09:58