Le direttive comunitarie sono “le tavole della legge”?

A breve il Governo presieduto da Giorgia Meloni battezzerà i primi cento giorni dell’Esecutivo di centrodestra. La legge di Bilancio, varata in tempi record, ha avuto un impatto positivo sul differenziale dei tassi d’interesse pagati sul nostro debito sovrano, rispetto al benchmark di riferimento in Europa, il bund tedesco. Lo spread tra i btp italiani con scadenza decennale rispetto al corrispettivo bund tedesco è passato – dall’insediamento del Governo (22 ottobre 2022) – dai 236 punti base di differenziale agli attuali 180 punti, con una riduzione di ben 56 punti, ovvero lo 0,56 per cento in meno di interessi che lo Stato dovrà pagare sul debito pubblico.

Il trend dello spread è in lento ma continuo calo. Cento punti di riduzione del differenziale di interesse (un per cento) sull’ammontare del debito pubblico incide, per diversi miliardi di euro di risparmio, sul costo del servizio del debito pubblico italiano. Assumersi la responsabilità politica di fare delle scelte politiche forti che possano essere impopolari nell’immediato, come la mancata proroga dello sconto sulle accise sui carburanti, ha effetti positivi nel medio termine. Vanno invece contrastate politicamente, anche con il diritto di veto, direttive comunitarie sbagliate e male interpretate (male interpretate?), che danneggiano il nostro Paese e devono essere censurate dal nostro Governo. Si possono modificare le Costituzioni delle nazioni democratiche e non si possono correggere gli errori delle direttive comunitarie? Il Governo italiano, con l’appoggio di tutti i partiti della coalizione, deve sostenere il ministro Raffaele Fitto nel tentativo di negoziare la rivisitazione della direttiva comunitaria che ha preso il nome dell’allora commissario europeo per il mercato interno e i servizi, l’economista olandese Frits Bolkestein.

Lo stesso commissario europeo affermò (da economista non avrebbe potuto dire altrimenti), in un convegno tenuto alla Camera dei deputati, che la “direttiva non si applica ai balneari”, in quanto “le concessioni balneari sono beni e non servizi”. Pe risolvere l’annoso problema, che coinvolge una delle eccellenze della nostra industria turistico-balneare, basterebbe fare riferimento all’“interpretazione autentica” dello stesso commissario europeo, che ha quasi novanta anni e vive in Olanda!

Le direttive comunitarie non sono “le tavole della legge scolpite nella pietra”!

Aggiornato il 26 gennaio 2023 alle ore 11:10