Confindustria: economia meglio delle attese

Un’economia che si muove meglio di quanto atteso. E lo fa, comunque, tra “luci ed ombre”, con i prezzi dell’energia in calo, l’inflazione ancora alta, l’industria in flessione. La fotografia è scattata dal Centro studi di Confindustria all’interno dell’analisi mensile su congiuntura e previsioni.

Nello specifico è evidenziato: “Il prezzo del gas ai livelli più bassi da oltre un anno e la tenuta del potere d’acquisto totale delle famiglie sostengono l’attività su livelli migliori di quanto ci si attendesse, come confermato da fiducia e indici di Borsa in recupero. In negativo, agisce il forte rialzo dei tassi che toglie risorse a investimenti e consumi, colpiti anche dall’inflazione”.

“A novembre – si legge nel report – il costo del credito per le imprese italiane ha continuato a salire: 3,37 per cento per le Pmi (1,74 per cento a inizio 2022), 2,67 per cento per le grandi (da 0,76 per cento). Un ulteriore aggravio di costi, che avviene a seguito del rialzo dei tassi di riferimento. Il Btp a gennaio è a 3,76 per cento da 4,59 per cento a fine 2022, ma il trend dei tassi resta al rialzo: la Bce ha annunciato nuovi aumenti del tasso ufficiale nei prossimi mesi (secondo i future, dal 2,50 per cento attuale a 3,50 per cento entro dicembre 2023)”.

La produzione, nel comparto dell’industria, “ha registrato un altro calo a novembre (-0,3 per cento; -1,8 per cento a settembre e -1,1 per cento a ottobre); la manifattura regge (+0,1 per cento), con ampia eterogeneità tra comparti, mentre si contrae il settore delle forniture energetiche (-4,5 per cento). Per il quarto trimestre la variazione acquisita è molto negativa per il totale industria (-1,7 per cento, -0,6 per cento nel terzo). I dati qualitativi a dicembre segnalano uno scenario debole: gli ordini continuano a diminuire, le scorte ad aumentare, le attese di rimbalzo si ridimensionano; il Pmi è fermo in una area di lieve contrazione (48,5 da 48,4), la fiducia delle imprese segna una nuova discesa”.

A novembre, “il commercio al dettaglio cresce (+0,4 per cento), il turismo resta sopra il pre-Covid (+3,6 per cento). Gli indicatori segnalano stabilizzazione nei servizi nel quarto trimestre: a dicembre, il Pmi ha quasi raggiunto la soglia neutrale (49,9 da 49,5), la fiducia delle imprese è risalita per il secondo mese. L’inflazione, ancora alta a dicembre (+11,6 per cento da +11,8 per cento a novembre) e maggiore per le famiglie meno abbienti (+18,4 per cento contro +9,9 per cento), minaccia i consumi, la cui risalita, fino al terzo trimestre, è stata favorita dalla tenuta del reddito reale (anche grazie a più occupazione) e dagli extra-risparmi passati (7,1 per cento). Sono attese decisioni di spesa prudenti”.

Regge il mercato del lavoro. “I dati mostrano una buona performance nel 2022 in termini di occupati: +50mila a novembre da settembre (e +280mila da gennaio). Ciò spiega, in parte, la diminuzione del numero di disoccupati (-26mila negli ultimi due mesi). Positivo anche il costante calo degli inattivi”.

In ultimo, prosegue la dinamica altalenante dell’export italiano, in rimbalzo a novembre (+3,8 per cento, dopo -1,5 per cento), anche grazie a maxi-vendite nella cantieristica navale.

Aggiornato il 21 gennaio 2023 alle ore 14:20