Ecco l’offerta di Lufthansa per Ita Airways

L’offerta di Lufthansa per una quota di Ita Airways è pronta. Il colosso tedesco punta ad acquisire una quota attorno al 40 per cento. La data room della newco si chiude alle 18 di oggi e quindi in qualsiasi momento potrebbe arrivare sul tavolo del Ministero dell’Economia e delle Finanze, azionista unico di Ita, la proposta del colosso tedesco guidato da Carsten Spohr. Lufthansa è pronta a scoprire le proprie carte. Secondo le ultime indiscrezioni, dovrebbe offrire circa 300 milioni attraverso un aumento di capitale riservato per rilevare una quota di minoranza del 40 per cento e poi, in una seconda fase arrivare al 100 per cento. Ma oltre all’aspetto economico il Mef valuterà anche il piano industriale. Infatti nel Dpcm del 21 dicembre il governo ha specificato in modo netto la propria idea e visione sul futuro di Ita. In particolare il socio industriale, quindi Lufthansa, dovrà attuare alcuni elementi ritenuti essenziali come lo sviluppo di un network internazionale, soprattutto sul lungo raggio in quanto il governo ritiene che l’Italia debba essere destinazione “diretta” e non raggiunta attraverso scali intermedi; poi garantire i livelli occupazionali; quindi tutelare gli hub nazionali come Fiumicino, Malpensa, Linate e infine dare vita ad una partnership in cui Ita non sia “un junior partner” ma un socio alla pari per assicurare un pieno sviluppo. Una volta valutata la proposta e ritenuta soddisfacente, il Mef procederà con la trattativa esclusiva che dovrebbe portare alla firma di un preliminare di vendita entro fine mese.

Dal canto suo, sempre secondo tutte le indiscrezioni circolate finora, Lufthansa avrebbe chiesto al governo alcune “condizioni” per rilevare una quota della newco, fra queste “l’opzione di ritirarsi da un’acquisizione completa nel caso in cui la nuova società non dovesse dare i risultati sperati” e anche “avere delle deroghe legali per proteggersi da eventuali imprevisti derivanti dall’integrazione di Ita”. E su questo punto si è fatto riferimento alle conseguenze che potrebbero scaturire dalle oltre mille cause di lavoro intentate dagli ex dipendenti di Alitalia, attualmente in Cassa integrazione. Diversi ex lavoratori e lavoratrici della vecchia compagnia di bandiera chiedono, infatti, di essere assunti da Ita sostenendo che la newco operi in continuità con la ex Alitalia e quindi non è una compagnia nuova. Ma, secondo fonti vicine al dossier, sul tema delle cause pendenti “non ci saranno grandi sorprese” in quanto “non c’è un tema di riassunzione perché andrebbe contro la direttiva di Bruxelles”. Ita “non è Alitalia”. La discontinuità “è stata imposta” dalla Commissione Ue ed Ita è “stata costretta” a rilevare un solo asset, quello dell’aviation, ma non i rami handling e manutenzione, non il programma millemiglia o biglietti prepagati Alitalia.

Aggiornamento
In una nota di Lufthansa, si legge che il colosso tedesco “ha presentato una lettera di intenti al Ministero dell’Economia e delle Finanze italiano. Qualora entrambe le parti decidano di firmare il memorandum d’intesa, ulteriori negoziati e discussioni saranno condotti su base esclusiva”. La proposta riguarda inizialmente una quota di minoranza. “Gli ulteriori colloqui di approfondimento andranno quindi a concentrarsi principalmente sulle forme e modalità del possibile investimento azionario, sull’integrazione commerciale e operativa di Ita nel Gruppo Lufthansa e sulle sinergie che ne deriveranno”, spiega la nota del gruppo tedesco. “Nell’eventualità di un raggiungimento di un accordo contrattuale, l’effettiva attuazione sarà soggetta all’approvazione delle autorità competenti”, aggiunge la società. Per il Gruppo Lufthansa, l’Italia “rappresenta il mercato più importante al di fuori dei mercati domestici e degli Stati Uniti. La volontà di integrare Ita Airways all’interno delle compagnie del Gruppo risiede nel forte interscambio del Paese a livello globale, tramite viaggi d’affari e privati, nella sua forte economia orientata all’esportazione e nel suo essere uno dei luoghi turisticamente più attrattivi in Europa”, conclude la nota.

Aggiornato il 18 gennaio 2023 alle ore 17:50