La Manovra di Bilancio: prime considerazioni

Archiviata l’approvazione del Bilancio dello Stato per il 2023, è il momento di esprimere un primo giudizio sulla Manovra approvata dal Parlamento a maggioranza di centrodestra. Molto bene la prudenza adottata sul lato della spesa. Aver scelto di contenere nei limiti del possibile la spesa pubblica era ed è la precondizione per porre le basi di una legislatura improntata al risanamento delle finanze pubbliche, atto propedeutico a una stabile ripresa dell’economia non più drogata dalla spesa pubblica improduttiva. Gli effetti si sono già riscontrati in una piccola riduzione dello spread sui tassi applicati al nostro debito sovrano rispetto al bund tedesco con scadenza decennale. Il perseguimento di politiche attente sul lato della spesa avranno effetti ancora più importanti sul costo che deve sostenere lo Stato italiano in termini di pagamento degli interessi. Bene il messaggio dato alle imprese di non voler ostacolare il loro lavoro e di procedere alla semplificazione delle procedure burocratiche che costano alle aziende sia in denaro che in adempimenti pletorici che costano economicamente nel migliore dei casi, che scoraggiano le iniziative imprenditoriali nei casi peggiori. Spesso si rinuncia a iniziare una attività in conseguenza del numero di adempimenti preliminari e per i tempi, in alcuni casi aberranti, per ottenere le autorizzazioni. Tagliare le unghie alla burocrazia è dirimente per lo sviluppo economico

Molto bene il programma di riforma della giustizia civile e penale. Il Ministero di Giustizia è stato affidato a un ex grande magistrato come Carlo Nordio, che da decenni professa l’esigenza di una profonda rivisitazione del comparto. Sta cercando di attuare quanto aveva già scritto in un suo libro (Giustizia) pubblicato nel lontano 1997. Eccessivamente prudente è stato l’intervento sul lato del carico fiscale complessivo sul Paese. Bene, il primo passo fatto per la rivisitazione del cosiddetto Reddito di cittadinanza che ha bruciato risorse dello Stato, che non ha ridotto le disuguaglianze, non ha “abolito la povertà” mentre ha disincentivato al lavoro i percipienti. Meno bene l’intervento della Manovra sul lato fiscale, l’aumento della Flat tax dai 65mila euro a 85mila speriamo sia un primo passo per una pedissequa riduzione del carico fiscale per tutti i contribuenti. Allungare a dieci anni i tempi per pagare le imposte avrebbe aiutato molto le imprese debilitate da due anni di chiusure causate dalla pandemia. Non bene il perpetuarsi di bonus, super bonus, crediti d’imposta che bruciano risorse pubbliche a vantaggio di pochi e in danno di tutti i contribuenti. Riconosciamo al governo il fatto di avere avuto poco tempo a disposizione per elaborare la Legge di Bilancio. Siamo però ottimisti sui risultati che potrà conseguire l’Esecutivo nell’arco della legislatura!

Aggiornato il 30 dicembre 2022 alle ore 14:45