Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Giovanbattista Fazzolari attacca la Banca d’Italia, poi fonti governative smorzano i toni. “Bankitalia – dichiara – è partecipata da banche private: legittimamente ha una visione che reputa più opportuno non ci sia più utilizzo di denaro contante”. Parole che vengono stemperate da fonti di governo: “Non è mai stata messa in discussione l’autonomia della Banca d’Italia che gode invece di pieno apprezzamento per il suo operato” e anzi, la posizione su moneta elettronica e contante “è legittima: nessuna polemica quindi”. Le critiche di Fazzolari nascono dalla relazione di Fabrizio Balassone, capo del servizio Struttura economica del Dipartimento Economia e Statistica di Bankitalia in audizione alle commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato sulla legge di Bilancio. “Le disposizioni in materia di pagamenti in contante e l’introduzione di istituti che riducono l’onere tributario per i contribuenti non in regola – sostiene – rischiano di entrare in contrasto con la spinta alla modernizzazione del paese che anima il Pnrr e con l’esigenza di continuare a ridurre l’evasione fiscale”. Per Balassone, “39,2 miliardi è la valutazione dell’importo lordo della manovra. Vedremo se nei prossimi giorni ci sarà da ragionare ulteriormente su questo aspetto. Gli allegati tecnici alla manovra sono stati resi disponibili mercoledì scorso: che ci sia qualche arrotondamento che potrà essere rivisto io non lo escludo”.
In manovra alcune delle misure non connesse all’emergenza energetica “presentano aspetti critici che la Banca d’Italia ha più volte segnalato in passato con riferimento a misure analoghe. La discrepanza di trattamento tributario tra dipendenti e autonomi, e all’interno di questi tra quelli sottoposti a regime forfettario ed esclusi, risulta accresciuta”, ha aggiunto Balassone. “In un periodo di inflazione elevata la coesistenza di un regime a tassa piatta e uno soggetto a progressività come l’Irpef comporta un’ulteriore penalizzazione per chi soggetto a quest’ultimo”.
Il presidente dell’Abi Antonio Patuelli intervistato a Tg24 Economia di Sky sottolinea: “Le autorità di vigilanza dicono che i costi dei pagamenti elettronici sono calati di continuo in Italia”. Patuelli a proposito dei pagamenti Pos sostiene che non ci sia “un prezzo, ma tanti, perché i servizi di pagamento sono erogati da soggetti bancari e talvolta non bancari e i livelli di commissioni sono tutti diversi fra loro. Gli esercenti distinguano quelle che costano di più e di meno non facendo di tutta l’erba un fascio”.
Secondo la presidente dell’Upb Lilia Cavallari in audizione alla Commissione bilancio della Camera, sullo scenario di crescita della legge di Bilancio, dopo un 2022 che potrebbe andare anche meglio delle attese, dal 2023 in poi “gravano rischi di varia natura, come gli sviluppi della guerra in Ucraina e la possibile recrudescenza della pandemia, a cui si aggiunge il pericolo che l’inflazione energetica e la carenza di alcuni materiali compromettano l’attuazione del Pnrr”. Per Cavallari, “nel confronto con le attese di istituzioni e analisti privati, lo scenario programmatico del Governo sul Pil è quindi condivisibile per il 2022, mentre risulta nella fascia alta delle stime per i prossimi anni”. L’Upb “conferma una valutazione positiva sull’impegno, ribadito con la manovra, a ridurre il rapporto tra debito pubblico e il Pil” ma evidenzia che nella legge di Bilancio “sono presenti alcune misure le cui quantificazioni risultano piuttosto incerte”. Cavallari ha spiegato che “questo vale sia sul versante delle coperture, con riferimento ad esempio alle stime del gettito derivante da definizione agevolata del contenzioso, sia dal lato degli impieghi, come nel caso della flat tax incrementale sugli autonomi”.
In base alla manovra la spesa sanitaria “si riduce fino al 6,1 per cento del Pil nel 2025, un valore inferiore anche rispetto al periodo pre-pandemia (6,4 per cento nel 2019, rispetto a una media Ue del 7,9 per cento)”, ha spiegato ancora Lilia Cavallari, osservando che la “pandemia ha contribuito ad aggravare alcuni problemi del Ssn e, in particolare, la carenza di personale, che assume oggi i contorni di un’emergenza nazionale” e che “situazione dei servizi di pronto soccorso è ormai difficilmente sostenibile”. Di fronte a nuove ondate di contagi da Covid-19 e al recupero di prestazioni sanitarie rinviate durante l’emergenza sanitaria, “potrebbero essere necessari nuovi interventi, anche nel corso del 2023”. Con il tetto ai pagamenti in contanti alzato a 5mila euro e l’innalzamento a 60 euro del limite entro gli esercenti possono rifiutare pagamenti con il Pos senza rischiare sanzioni “si allentano due vincoli che possono contribuire a contrastare l’evasione fiscale e il riciclaggio di denaro”.
Aggiornato il 06 dicembre 2022 alle ore 10:13