Saranno circa 12 milioni e 183mila gli italiani che si metteranno in viaggio in occasione del Ponte dell’Immacolata. Il 94,1 per cento dei nostri viaggiatori (contro il 92,3 per cento dello scorso anno) rimarrà nel Belpaese. Il 5,9 per cento andrà all’estero (contro il 7,7 per cento del 2021). Tra l’altro, il 70,2 per cento di chi resterà in Italia si sposterà nella stessa regione di residenza. Questi i dati forniti da Federalberghi. L’indagine, secondo quanto indicato, è stata effettuata dall’Istituto Acs Marketing solutions nel periodo compreso tra il 23 e il 28 novembre 2022 intervistando con il sistema Cati (interviste telefoniche) un campione di 3mila italiani maggiorenni, rappresentativo di oltre 50 milioni di connazionali maggiorenni.
Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, ha detto: “Grazie a un calendario favorevole, con la festività dell’8 dicembre che cade nella giornata di giovedì, molti italiani potranno concedersi una meritata vacanza. Ma il Ponte dell’Immacolata è importante per tutta la comunità, perché genera un contributo importante per lo sviluppo del Pil e dell’occupazione. Non saremo altrettanto fortunati invece in occasione delle festività natalizie – ha proseguito Bocca – Sia il 25 dicembre che il primo gennaio 2023, infatti, coincidono con la domenica. Da questo punto di vista, seppure soddisfatti della performance di questo ponte lungo, siamo prudenti nel cantar vittoria, in attesa di verificare che cosa accadrà in occasione del Natale”.
“Gli elementi di maggior effetto che io ritengo siano da sottolineare hanno a che fare con un nuovo atteggiamento dell’italiano che viaggia – ha sostenuto il presidente di Federalberghi – alla tendenza già consolidata di restare nel proprio Paese, si aggiunge la rinnovata curiosità di imparare a conoscere fino in fondo il proprio territorio. Dai parchi, ai borghi, alle tradizioni enogastronomiche, ogni cosa è importante per consolidare la propria conoscenza di luoghi che si sono avuti sempre a portata di mano ma che, con l’esperienza della pandemia, sembrano diventati più interessanti. Si evidenzia, inoltre, un ritorno all’antico: a giudicare dai dati, gli italiani hanno ricominciato a prenotare con un certo anticipo, strutturandosi in modo molto più solido prima di affrontare una vacanza e dimostrando maggiore determinazione nella realizzazione del viaggio”.
“Certo – ha terminato Bocca – ancora una volta abbiamo dovuto guardare in faccia la realtà, e cioè che la stragrande maggioranza delle scelte sono state fortemente condizionate dal proseguire del conflitto in Ucraina e dai conseguenti e drammatici rincari energetici che stiamo tutti vivendo sulla nostra pelle. Si tratta di una criticità, che grava enormemente sul sistema turistico ricettivo e richiede soluzioni tempestive per il bene di tutto il Paese”.
Secondo i dati, chi rimarrà in Italia sceglierà, prima di tutto, la montagna (28,5 per cento) le località d’arte (27,8 per cento), e le località di mare (13,1 per cento). Poi i laghi (5,3 per cento) e le località termali (5 per cento). Invece, per quanto concerne il viaggio all’estero, le mete più ambite saranno le grandi capitali europee (76,5 per cento).
Come dato statistico, l’81,3 per cento degli intervistati ha affermato che le proprie decisioni sono state influenzate dall’inflazione e dal caro bollette. Altrettanto rilevante (il 79,8 per cento dei casi) il conflitto in Ucraina. La ricerca del relax è il motivo che muove la maggior parte degli italiani a permettersi una vacanza nei prossimi giorni. Al secondo posto in classifica (29,1 per cento) è la voglia di ricongiungersi con i familiari. Dopodiché, il desiderio di divertimento (22,7 per cento). La durata media del soggiorno sarà di 3,5 notti trascorse fuori casa.
L’alloggio preferito dalla maggior parte dei vacanzieri sarà la casa di parenti e amici, a seguire alberghi e villaggi turistici. Dopodiché, i bed & breakfast, le case di proprietà, gli agriturismi e il soggiorno in appartamenti in locazione breve.
Aggiornato il 05 dicembre 2022 alle ore 16:52