L’uso del contante e i negozi di prossimità

L’avversione all’uso del contante è diventato il nuovo totem della “sinistra al caviale”. In ragione di un presunto contrasto all’evasione fiscale tutti quelli dello schieramento contrario al governo sono diventati i paladini dell’uso della moneta elettronica. Non sussiste alcuna evidenza empirica in grado di dimostrare che pagare in contanti, in luogo del bancomat o della carta di credito, incrementi la propensione all’evasione fiscale dei commercianti e degli stessi consumatori. I sostenitori del pagamento con strumenti alternativi alla moneta, in quanto tracciabili, affermano che sarebbe un deterrente contro la mancata emissione degli scontrini fiscali o delle fatture. Il profilo dei convertiti ai nuovi strumenti di pagamento sono la ricca borghesia italiana che abita nei centri storici, che guida costosissime auto elettriche e che vota a sinistra. È diventato quasi uno status symbol pagare anche un semplice caffè sfoggiando carte oro o di platino. I giornalisti, “de sinistra”, con i rolex in bella evidenza, affermano candidamente che non usano il contante. Nei loro portafogli hanno poche decine di euro in quanto “è tanto comodo usare le carte di credito”. Chi usa il contante o è un buzzurro o si rende complice dei commercianti “evasori per convenzione”. 

Ovviamente il pagamento cash è una esclusiva degli elettori di centro destra anch’essi potenziali evasori. Quelli che, a parole, hanno sempre guardato politicamente ai più deboli della società non si rendono conto di quella che è la realtà. Oggi, un anziano che non usa gli strumenti elettronici di pagamento non può pagare anche pochi euro in contanti per i ticket sanitari, non dovrebbe andare nei mercatini rionali per fare la spesa dove con pochi euro riesce a comprare quanto gli è necessario. L’uso del contante, per le persone che devono fare ogni giorno i conti per far quadrare il bilancio familiare, permette loro un maggior controllo delle disponibilità finanziarie. È dimostrato, invece, che l’uso delle carte di credito incentiva la propensione al consumo. Nei Paesi dove è maggiormente diffuso l’uso delle carte di credito, il livello di indebitamento personale delle famiglie è decisamente più alto rispetto alle famiglie italiane. I commercianti italiani si sono dimezzati negli ultimi decenni a causa di leggi che hanno favorito la grande distribuzione e le vendite on line a scapito del negozio di vicinato. È per me un dolore vedere strade un tempo pieni di negozi ed oggi con le serrande chiuse. Sono un inguaribile abitudinario.

Continuerò a comprare nei piccoli negozi, perché il commerciante conosce i miei gusti, a prendere i giornali dallo stesso edicolante che mi ha già messo da parte i quotidiani che giornalmente acquisto. È diventato un rito ogni giorno prendere il caffe e i sigari dalla signora Viviana, persona di rara gentilezza e cortesia e dal marito che è un vero esteta (l’ho visto sistemare i bicchieri con una simmetria millimetrica) e maniaco dell’ordine e della pulizia. Locale dove si possono gustare prodotti di eccellenza. Persone sempre sorridenti e disponibili che amano il loro lavoro e che tengono aperto il bar-tabaccheria sei giorni e mezzo la settimana.  Si concedono di riposo solo la domenica pomeriggio. Il negozio di prossimità è un bene pubblico da tutelare, un luogo di socializzazione e se pagare in contanti consente minori costi di gestione per le commissioni bancarie sui Pos io continuerò a pagare in moneta reale. Sono contento del aumento del tetto ai contanti a 60 euro perché favorisce i piccoli imprenditori, che comunque emettono lo scontrino fiscale. Viva la libertà di pagamento!

Aggiornato il 05 dicembre 2022 alle ore 10:16