Il Giubileo non aspetta Gualtieri

È passato un anno dalla elezione della nuova giunta al Comune di Roma e finora abbiamo letto una dettagliata elencazione di interventi da realizzare in occasione del Giubileo e il giorno 1 settembre si è riunito il Tavolo istituzionale, presieduto dal Presidente del Consiglio dei ministri e composto da rappresentanti delle amministrazioni centrali e locali e del Parlamento, per coordinare le iniziative e la realizzazione degli interventi e delle opere necessarie allo svolgimento del Giubileo della Chiesa cattolica previsto per l’anno 2025. Erano presenti ministri, sottosegretari, il presidente della Regione Lazio, il sindaco di Roma e Commissario straordinario per il Giubileo, senatori, senatrici, deputate. Nel corso della riunione sono state illustrate le linee guida per il piano degli interventi per il Giubileo che sono state successivamente approvate.

Per ciò che riguarda la mobilità, si realizzeranno e potenzieranno le infrastrutture a servizio dei luoghi del Giubileo, a partire dall’area Vaticana. È prevista la realizzazione di tramvie, migliorando l’accesso dei pellegrini alle aree dei grandi eventi. La fruibilità delle grandi stazioni sarà migliorata a partire da una riqualificazione delle loro aree di accesso. Molto importante sarà l’apertura della fermata della metro C presso il Colosseo entro il 2024.Per ciò che riguarda la viabilità veicolare, invece, si realizzeranno, tra gli altri, un sottovia veicolare a Piazza Pia e il sottopasso pedonale di piazza Risorgimento, questo ultimo utile anche a migliorare e a potenziare l’accesso ai Musei Vaticani. Per ciò che riguarda le linee delle metropolitane A e B, si attuerà un piano di manutenzione straordinaria. L’Atac rinnoverà massicciamente il proprio parco vetture.

Per quanto attiene alla viabilità dei treni e ai servizi, saranno potenziati i collegamenti Termini-Fiumicino e il servizio ferroviario regionale; si procederà all’avanzamento delle attività relative alla chiusura dell’anello ferroviario.

Si potenzierà la mobilità “dolce”, di tipo pedonale o ciclabile, a partire dal Grab, il grande raccordo anulare delle bici, che consentirà anche una riqualificazione delle aree che attraversa, e la ciclabile Monte Ciocci-San Pietro. Il Giubileo 2025, inoltre, è anche la circostanza per riqualificare o realizzare alcuni percorsi pedonali di accesso alla città (Cammino di San Francesco, Cammino di San Benedetto, Via Francigena), compreso il collegamento alla Rete dei Cammini dei Pellegrini e il completamento del tratto della ciclovia tirrenica tra Roma e Fiumicino.

Ho riportato questo interessante comunicato stampa che da solo penso racconti che ormai viviamo di annunci e, soprattutto, dimentichiamo cosa sia e cosa significhi il fattore tempo. Infatti, siccome per il Giubileo tutte le opere definite nell’elenco prima esposto devono essere completate entro il 30 novembre 2024, cioè entro due anni, e siccome la data del 2025 era nota sin dall’insediamento del sindaco Roberto Gualtieri di un anno fa, nasce spontanea una domanda: per quale motivo si è aspettato un anno? Se poi si vuole entrare nel merito delle singole proposte scopriamo che sono molto di più gli interventi previsti questa volta rispetto a quelli che vennero messi in agenda durante l’amministrazione di Francesco Rutelli. Nel 2000 la città fu interessata da 350 cantieri. Oggi sono 135 quelli che potranno contare sul finanziamento di 1,315 miliardi di euro, da realizzare, ripeto, entro la fine del 2024. Ma a questi, è stato spiegato, se ne aggiungono anche altri 335 della misura Roma Caput Mundi. Questi interventi fanno affidamento su altre risorse, mezzo miliardo e vanno realizzati entro il 30 giugno del 2026.

In sostanza, per i prossimi 4 anni, Roma sarà un cantiere a cielo aperto. Vista la mole di lavoro che attende la Capitale, viene da chiedersi quali siano i tempi previsti. Per cercare di evitare sorprese il sindaco Gualtieri ha scelto come coordinatore del gruppo di lavoro Maurizio Pucci, già tra i tecnici che furono coinvolti nella realizzazione delle infrastrutture del grande Anno Santo del Duemila. Pucci, nell’apposita commissione convocata in Campidoglio, ha ricordato l’incontro inter-istituzionale che si è svolto ad agosto ed ha poi spiegato che “Abbiamo iniziato a scrivere il Dpcm che andrà confrontato con la presidenza del Consiglio dei ministri, il Vaticano, la Regione e l’agenzia Giubileo 2025. Solo nel momento in cui il Dpcm sarà pubblicato in Gazzetta ufficiale potremo dare il via formalmente alle progettazioni, là dove non ci sono, e alle conferenze dei servizi” laddove i progetti sono già stati predisposti”. 

Quali sono i progetti principali? Alcuni erano stati già anticipati. Ad esempio il noto sottopassaggio a Porta Pia ed il sottovia pedonale di piazza Risorgimento. Poi le opere per la manutenzione straordinaria delle linee A e B della metropolitana ed il rinnovo del parco vetture Atac.  Cantieri importanti sono previsti sul piano ambientale per il Tevere, che sarà protagonista di “interventi di sicurezza idraulica, ad opera della Regione Lazio, ma anche di valorizzazione e recupero ambientali di sponde e parti dell’alveo, con la realizzazione di 6 parchi d’affaccio. Anche le piazze antistanti le basiliche subiranno delle rivisitazioni.

Sui tempi, Pucci ha spiegato che “nei prossimi giorni il commissario (il sindaco Gualtieri) annuncerà la governance di questa partita, che ci darà la possibilità di avere tutti i punti di riferimento chiari e definiti, ciascuno per la sua competenza. Questo è un passaggio urgente, perché altrimenti quelli successivi diventano difficili e il tempo stringe. Quando avremo scritto il Dpcm, dal giorno dopo dovremo pensare all’organizzazione delle forze dell’ordine, della protezione civile, della sanità, insomma dell’organizzazione giorno per giorno per 365 giorni”.

In definitiva il passaggio chiave è la stesura del Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri. “Spero che il prossimo governo si costituisca il più rapidamente possibile, perché può darci le certezze di un andamento veloce – ha commentato Pucci – Siamo arrivati al momento clou di questa vicenda e dobbiamo dare tutti insieme una risposta”.  

Il progetto Roma Caput Mundi, dell’importo di 500 milioni di euro, è ripartito in 335 interventi su 283 siti archeologici e culturali, da realizzarsi a cura di più soggetti attuatori. Gli interventi definiscono un processo di valorizzazione del patrimonio archeologico, turistico e culturale di Roma e del Lazio, usando l’opportunità offerta dal Pnrr in coincidenza con il Giubileo del 2025. Sei le linee di intervento di “Caput Mundi”:

il “Patrimonio culturale di Roma per Eu-Next Generation” con la rigenerazione e il restauro del patrimonio culturale e urbano e dei complessi di alto valore storico architettonico della città;

i “Percorsi Giubilari 2025”, dalla Roma Pagana alla Roma Cristiana, finalizzati alla valorizzazione, messa in sicurezza, consolidamento antisismico, restauro di luoghi e di edifici di interesse storico e percorsi archeologici;

La città condivisa”, patrimonio storico, archeologico e culturale per riqualificare sistematicamente il contesto urbano ed extraurbano;

Mi tingo di verde”, che riguarda parchi, giardini storici, ville e fontane;

A mano tesa”, finalizzata ad incrementare l’offerta culturale nelle periferie per favorire l’integrazione sociale; 

Roma 4.0”, che prevede la digitalizzazione dei servizi culturali e lo sviluppo di siti e app per turisti. 

Ora è vero che noi italiani siamo capaci di fare in 100 giorni ciò che altri riescono a fare in 1000 giorni, ma mentre per il progetto Caput Mundi non entro nel merito perché in fondo oltre ad avere una scadenza più lontana nel tempo, per le opere strettamente legate al Giubileo purtroppo dobbiamo avere il coraggio di ammettere che se partissero domani (ed invece partiranno forse tra sei mesi) riusciremmo a completarle per il 30 novembre 2024 solo un numero non superiore ad un importo globale di 400 milioni di euro; cioè appena un terzo del volano di risorse globale. 

Non rimpiangiamo per questo l’ex sindaca Virginia Raggi, ma ci meravigliamo che un ex parlamentare europeo, un ex ministro dell’Economia e delle finanze, dopo un anno dal suo insediamento non si sia ancora reso conto che molte delle opere preannunciate e molti degli strumenti procedurali per rendere possibile la realizzazione di tali opere sono praticamente la base per un pesante fallimento di questa nuova gestione della città. Appena insediato in realtà Gualtieri, invece di sottoscrivere accordi, invece di sottoscrivere programmi con il Premier, con il presidente della Regione, con il Ministero delle Infrastrutture, con il Ministero dei Beni culturali e forse con l’Amministratore di qualche condominio, avrebbe dovuto non, ripeto, predisporre programmi e aspettare possibili Decreti del Presidente del Consiglio, ma avrebbe dovuto avviare da subito la serie di opere che ormai potevano considerarsi “invarianti”, cioè opere la cui essenzialità nessuno avrebbe potuto contestare: faccio solo tre esempi:

le stazioni della Linea C al Colosseo e a Piazza Venezia;

l’anello ferroviario di Roma;

il collegamento tra l’aeroporto di Fiumicino e Roma (rivisitato tecnologicamente).

Poi sarebbero intervenuti i Dpcm, poi gli annunci, poi la sottoscrizione degli accordi che, come quello con le Ferrovie dello Stato, sono determinanti ed essenziali sulla offerta efficiente e funzionale della città per una scadenza così importante.

(*) Tratto dalle Stanze di Ercole

Aggiornato il 28 novembre 2022 alle ore 09:57