Pubblici esercizi, una “terapia d’urto” contro la crisi

Una “terapia d’urto” contro la crisi. Nella sede della Camera di commercio di Piazza di Pietra, a Roma, si è tenuta l’assemblea annuale della Fipe. Come riportato sul sito di Confcommercio: “Instabilità, insicurezza e preoccupazioni proiettano l’ombra della recessione sul futuro, con 30mila imprese a rischio chiusura la conseguente perdita di almeno 130mila posti di lavoro, che andrebbero ad appesantire l’emorragia di occupati subita dal settore durante la pandemia”. Per primo il lavoro, “tema centrale per un settore che fa del servizio l’elemento premiante della sua offerta”.

Il presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, ha segnalato: “Chi come Fipe esprime in Confcommercio una componente fondamentale del turismo italiano, sa infatti bene che il made in Italy non è solo export o prodotto. Il made in Italy è un circuito virtuoso nel quale i prodotti italiani esportati sono strettamente legati ad un’idea di Paese, allo stile di vita italiano, a quella “economia della socialità” interpretata dai pubblici esercizi, dalle imprese storiche, dall’economia del mare che sono la migliore etichetta dei prodotti italiani nel mondo”.

Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del made in Italy, ha notato: “A fronte dell’impatto negativo del settore industriale c’è stato un impatto sorprendente del settore turistico e del terziario. Un settore importante, per un Governo che vuole puntare sulla crescita e sull’allargamento della base produttiva e occupazionale. Il ministero ha cambiato denominazione e di fatto ha una nuova mission. Poniamo come soggetto della nostra azione le imprese e i lavoratori che troveranno una casa pubblica nel ministero”.

Il presidente della Fipe, Lino Enrico Stoppani, ha evidenziato: “È un momento di grande difficoltà. Avremmo forse dovuto parlare di una crisi permanente: instabilità e sicurezza sono il tratto dominante del contesto. Il turismo è stato un toccasana per l’economia del Paese, ma la guerra con la conseguente crisi energetica e l’inflazione sempre più alta impone di affrontare la situazione con scelte immediate e forti da parte della politica e delle istituzioni… il nuovo Governo andrà sensibilizzato sulle tante cose da fare ma anche aiutato nelle scelte anche dolorose di politica economica. Un settore come il nostro, uscito dall’emergenza in gravissime condizioni, va sostenuto con provvedimenti emergenziali di rafforzamento e di estensione temporale dei crediti d’imposta sui costi energetici, la rateizzazione delle bollette e nuovi interventi di sostegno alla liquidità delle imprese, anche con gli strumenti di garanzia pubblica. Inoltre, va definito un Piano energetico nazionale che preveda la diversificazione delle fonti e dei fornitori, con l’implementazione di un “Recovery fund energetico” europeo, capace di correggere anche il perverso meccanismo di determinazione del prezzo dell’energia”.

Aggiornato il 11 novembre 2022 alle ore 19:06