“Bisogna risalire al marzo 1984 per un tendenziale dell’indice generale Nic (Indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività) pari a +11,9 per cento”.
Così l’Istat nel commentare gli ultimi dati, che vedono un’accelerazione dell’inflazione, che a ottobre sfiora il 12 per cento. In base alle stime preliminari, il Nic, al lordo dei tabacchi, segnala a ottobre un aumento del 3,5 per cento su base mensile e dell’11,9 per cento su base annua (da +8,9 per cento del mese precedente). Non solo: l’inflazione acquisita per il 2022 è pari a +8 per cento per l’indice generale e a +3,7 per cento per la componente di fondo.
Ancora l’Istat: “È necessario risalire a giugno 1983 (quando registrarono una variazione tendenziale del +13 per cento) per trovare una crescita dei prezzi del carrello della spesa, su base annua, superiore a quella di ottobre”.
Coldiretti, a margine dei numeri forniti dall’Istituto nazionale di statistica, afferma che crescono i prezzi al dettaglio dei prodotti alimentari nel carrello, con gli aumenti che vanno dal +6,5 per cento per la frutta al +25,1 per cento per le verdure. Con l’inflazione record, gli italiani sono così costretti a tagliare gli acquisti. Allo stesso tempo, le aziende agricole non hanno l’opportunità nemmeno di coprire i costi. In tale quadro, è emerso il calo dei volumi acquistati di frutta e verdura del 9 per cento – nel 2022 – rispetto all’anno precedente. Una situazione, ricorda la Coldiretti, che ha portato ad un calo dei volumi acquistati di frutta e verdura del 9 per cento nel 2022.
Sull’argomento dice la sua anche il Codacons che, per voce del presidente, Carlo Rienzi, nota: “L’emergenza energia e il rialzo dei carburanti hanno avuto nell’ultimo mese effetti disastrosi sui prezzi al dettaglio, aggravando enormemente la spesa delle famiglie. Una situazione che ora fa scattare l’allarme sui consumi di Natale perché gli italiani, di fronte a una inflazione record, saranno costretti a tirare la cinghia sugli acquisti legati alle prossime festività. Un danno enorme per il commercio e l’economia nazionale che il nuovo Governo deve assolutamente evitare, disponendo subito il taglio dell’Iva sugli alimentari, che a ottobre hanno registrato una impennata del +13,5 per cento con ripercussioni per +752 euro a famiglia, in modo da alleggerire la spesa delle famiglie e contenere gli effetti disastrosi dell’inflazione”.
Questo, invece, il parere dell’Ufficio studi di Confcommercio: “La netta accelerazione registrata ad ottobre dall’inflazione, superiore alle nostre stime (9,8 per cento), rappresenta indubbiamente uno shock per il nostro sistema. In un solo mese si è, infatti, registrata una variazione dei prezzi (+3,5 per cento) analoga a quella rilevata complessivamente tra il 2017 e il 2021. Le tensioni, che hanno portato a tassi di crescita dei prezzi eccezionali nel comparto energetico, si stanno diffondendo ormai a tutti i settori, principalmente beni di largo consumo”.
Aggiornato il 28 ottobre 2022 alle ore 15:53