Gestire l’emergenza “cum grano salis”

Il primo appuntamento di grande rilievo che dovrà affrontare “il presidente del Consiglio” Giorgia Meloni è la legge di stabilità. Già si sarà resa conto che la situazione delle finanze pubbliche, lasciate dal precedente Esecutivo, non è delle migliori. I dati oggettivi non consentono nell’immediato interventi significativi che possano decisamente aiutare le imprese e le famiglie. La fine del Governo di Liz Truss, nel Regno Unito, è stata causata dal combinato disposto di un intervento monstre di 130 miliardi di sterline e il tentativo di ridurre contemporaneamente le imposte. I mercati finanziari hanno immediatamente punito la sterlina e i titoli del debito pubblico inglese.

Le politiche di riduzione del carico fiscale sono tipiche dei governi conservatori. In linea teorica, questi interventi sono giustificati per rilanciare l’economia. Sono politiche che rispecchiano fedelmente le teorie economiche liberiste che determinarono il successo dell’era di Ronald Reagan negli Stati Uniti e di Margaret Thatcher in Gran Bretagna. La differenza sostanziale tra la Thatcher e Liz Truss è stata che la lady di ferro prima risanò il bilancio dello Stato e poi procedette alla riduzione dei tributi.

Il medesimo problema lo dovrà affrontare la neo-capo dell’Esecutivo italiano. Tuttavia, i fondamentali della nostra economia sono migliori rispetto al Regno Unito. La nostra “Nazione” è al secondo posto in Europa come industria manifatturiera e tra le prime otto del mondo. Le esportazioni sono per quasi 600 miliardi di euro, con un saldo della bilancia dei pagamenti ancora in attivo, nonostante la crescita esplosiva dei prezzi dei prodotti energetici e un risparmio privato tra i primi del mondo. Il Regno Unito, invece, ha maggiori esposizioni finanziarie con l’estero, una bilancia commerciale negativa e un indebitamento privato maggiore.

Il limite del nostro Paese è la perdita dell’autonomia monetaria di cui gode invece il Regno Unito. Per non cadere nel medesimo errore, l’Italia deve operare tagli selettivi della spesa improduttiva e una riduzione delle provvidenze pubbliche che non ci possiamo permettere. In sostanza, gli aiuti necessari alle imprese e alle famiglie devono essere compensati da minori spese per sussidi e crediti d’imposta erogati a pioggia dai precedenti governi. Una severa legge di bilancio può innescare un circuito virtuoso per l’economia della nostra Nazione.

Aggiornato il 25 ottobre 2022 alle ore 09:55