Le imprese familiari e il passaggio generazionale

Cominciamo da un concetto che sicuramente ci aiuta a comprendere il peso e la portata dell’argomento. Partiamo da alcuni dati statistici forniti dall’Osservatorio Aidaf che evidenziano come in Italia il 90 per cento delle aziende è costituito da aziende familiari che contribuiscono per l’80 per cento al Prodotto interno lordo nazionale e al 75 per cento dell’impiego del totale della forza lavoro del territorio italiano. Siamo secondi solo agli Stati Uniti che ci superano di 6 punti percentuali. Ma, in questo caso, il contributo al Pil nazionale è solo del 40 per cento. Quando si parla di imprese familiari si pensa ad aziende di piccole dimensioni, ma non è proprio così.

Il 65 per cento delle aziende familiari italiane hanno un fatturato superiore a 20 milioni di euro e le aziende con un fatturato superiore ai 50 milioni sono passate, negli ultimi anni, da 4.251 a 5.086. Quindi, quando parliamo di imprese familiari, non stiamo parlando del “negozietto” sotto casa, ma di realtà imprenditoriali spesso complesse e multinazionali di altissimo spessore, con brand di assoluto livello. Sempre l’Osservatorio Aidaf evidenzia come nelle aziende familiari, così come in tutte le imprese, in Italia si registra una percentuale maggiore di leader sopra i 70 anni. Un dato che ci posiziona, in assoluto, al primo posto nelle statistiche mondiali.

Quest’ultimo fattore evidenzia come il concetto di passaggio generazionale nel nostro Paese dovrebbe riscuotere maggiore interesse tra i leader e invece non è affatto così. In Italia, il 42 per cento delle aziende familiari non ha assolutamente attuato un piano di emergenza per la successione e l’80 per cento dei titolari non ha designato un successore. Anche questo dato statistico ci permette di sedere sul primo gradino del podio. In realtà, se vogliamo essere onesti, c’è la consapevolezza nell’imprenditore che il passaggio generazionale rappresenti un momento cruciale della vita dell’azienda, ma la verità è che questa consapevolezza non si traduce in azione e quindi, oggi, solo il 14 per cento delle famiglie imprenditoriali sta seguendo un percorso in tal senso.

Ma perché è così importante attuare una politica di passaggio generazionale? Il passaggio generazionale si manifesta in un istante, ma è di fondamentale importanza che quell’istante venga preceduto da un percorso che permetta all’azienda di avere una certa continuità nella gestione. Per fare questo occorre mettere in atto una strategia che preveda un affiancamento utile e funzionale al futuro passaggio del testimone nella direzione dell’azienda che parte dalla formazione di base fino ad arrivare alla leadership. Quali sono le logiche che può mettere in atto un leader per il passaggio generazionale della propria azienda? Sono essenzialmente quattro:

1) Logica monarchica: successione a favore di un suo erede.

2) Logica maschilista o femminista: successione a favore dei soli eredi maschi o femmine.

3) Logica parlamentare: successione a favore di tutti gli eredi; l’ingresso è automatico per il solo fatto di appartenere alla famiglia.

4) Capacità degli eredi: successione a favore di chi manifesta le migliori qualità.

Indubbiamente la scelta più logica e che tuteli maggiormente l’azienda sembrerebbe quella che identifica la capacità degli eredi, ma non sempre l’imprenditore segue un percorso logico e molto spesso segue la linea del cuore o dell’istinto. Per mettere in atto un passaggio generazionale efficace il leader deve puntare su una governance che isoli in maniera efficace le esigenze operative della società dalle esigenze della proprietà. La creazione di un Consiglio di amministrazione costituito da soggetti esterni e professionalmente validi mette l’azienda al riparo dal venir meno di un unico soggetto che accentra su di sé tutte le decisioni e, inoltre, permette una maggiore qualità decisionale, in quanto una politica collegiale è sicuramente più efficace della decisione di un singolo. Contrariamente a questa che dovrebbe essere una logica sana di gestione, più del 41 per cento delle imprese familiari italiane dipende da una sola persona, il cui venir meno potrebbe minare seriamente il futuro della società.

Quali sono quindi le regole principali da mettere in campo per un corretto passaggio generazionale?

1) Distinguere l’impresa dalla famiglia.

2) Applicare un sistema di governance moderno.

3) Valutare la “competenza” più “dell’apparenza”

4) Definire regole condivise per il cambiamento.

5) Prepararsi all’imprevisto.

6) Pianificare l’obiettivo e il processo.

7) Coinvolgere attori terzi.

I professionisti del settore hanno il delicato compito di creare cultura finanziaria per permettere all’imprenditore di comprendere quale debba essere il giusto atteggiamento per consentire alla propria azienda di avere continuità e un futuro florido quando lui non sarà più in grado di seguirla. Solo in questo modo possiamo garantire alle imprese familiari di sopravvivere al passaggio generazionale e perseguire nuovi e stimolanti obiettivi futuri.

Aggiornato il 24 ottobre 2022 alle ore 10:00