Prima o poi qualcuno chiederà le ragioni che hanno portato alla mancata realizzazione dell’asse autostradale che collega l’autostrada A12 (Tirrenica) con l’autostrada A1; un collegamento che evita l’aumento del traffico sul Grande raccordo anulare di Roma e oltre a raggiungere Latina, attraverso il segmento Cisterna-Valmontone si collega con l’autostrada Roma-Napoli (A1). La Legge 443/2001 (Legge Obiettivo) aveva inserito tale opere tra gli interventi strategici e ne aveva anche garantito la copertura finanziaria. Si era fatta la gara, c’era stato un contenzioso, tutto si stava anche risolvendo quando l’allora ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli decise di dare mandato all’Anas di realizzare l’opera annullando tutto quello che per oltre 21 anni si era cercato di portare a compimento.
Non entro nel merito delle motivazioni che hanno reso praticamente impossibile, ripeto, dopo 21 (ventuno) anni l’avvio dell’opera, né delle motivazioni che hanno portato alla rivisitazione delle procedure adottate inizialmente. Non lo faccio perché è in corso un ampio e articolato contenzioso; ricordo però che esiste un progetto supportato da tutti i processi autorizzativi (Conferenza dei servizi, Verifica di impatto ambientale, Parere del Ministero dell’Ambiente) e approvato con apposita delibera del Cipe.
Non mi soffermo ancora perché diventerebbe la mia una inutile e forse anche incompresa denuncia nei confronti di chi ritiene che “il non fare” rappresenti una soluzione pagante e vincente. Invece, ritengo utile riportare di seguito un comunicato diffuso pochi giorni fa: “Ci credevano in pochi, invece oggi possiamo dire: è fatta. Grazie alla collaborazione tra Ministero delle Infrastrutture e delle Mobilità sostenibili, Astral e Regione un’opera che era finita in un binario morto riprende”.
Sono le dichiarazioni del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti a margine della firma presso la Prefettura di Latina dell’accordo tra il Ministero e la Regione per la revisione e l’aggiornamento progettuale della Roma-Latina attraverso Astral. Inoltre, sempre Zingaretti ha aggiunto: “Sarà una smart road, collegata con la rete molto più green, sia nei materiali come asfalto e illuminazione”. Stimo il presidente Zingaretti e, quindi, sono sicuro che è cascato in un bagno di informazioni completamente privo di consistenza, in un bagno di informazioni fornito da chi forse voleva continuare a illudere la Regione Lazio sulla possibilità di realizzare un’opera che poteva essere portata a compimento già 11-12 anni fa e che invece è rimasta e, a mio avviso, rimarrà solo una “buona intenzione”.
Sicuramente il presidente Zingaretti avrà chiesto quali siano e dove siano le coperture finanziarie; ebbene, una volta per l’opera erano state garantite oltre 2,3 miliardi di euro e ora forse, spero di essere disinformato, ci sono solo 700 milioni di euro per l’asse viario Cisterna-Valmontone. Insisto, spero di essere disinformato. Perché con un simile quadro finanziario non so come e quando potrà avviarsi il processo autorizzativo.
E allora sorge un dubbio: questa opera, che riveste un ruolo chiave e determinante non solo per la Regione Lazio ma per l’intero Paese in quanto rende davvero funzionale ed efficiente il corridoio tirrenico non più bloccato dal nodo di Roma che con l’attraversamento del Grande raccordo anulare aumenta di circa un’ora i tempi dei collegamenti Nord-Sud-Nord, rimarrà nel tempo un obiettivo utile o per le campagne nazionali, o per le campagne regionali o per quelle del Comune di Roma. Mi sono infatti meravigliato che nel suo intervento sia il presidente della Regione che gli intervenuti per conto del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile non abbiamo invocato anche il Giubileo o Roma Expo.
Poi fra sei mesi, poi fra un anno, poi fra due anni quando ci si renderà conto che in fondo il comunicato da me riportato in precedenza era solo un comunicato; quando la strada Roma-Latina continuerà a salire nella classifica dei morti per incidenti stradali o quando ci si avvicinerà nei primi dieci posti della classifica degli incidenti stradali, quando per il transito dei tir ci si renderà conto che tale segmento non solo è saturo ma produce un tasso di inquinamento assurdo, quando per la saturazione della Roma-Latina si utilizzeranno le vie consolari come l’Ardeatina rendendola in tal modo impraticabile, allora tutti coloro che hanno creduto nelle assicurazioni, nelle certezze del presidente capiranno che ancora una volta a due mesi, anzi a meno di due mesi da una verifica elettorale, era necessario, era utile raccontare qualcosa che sicuramente avrebbe prodotto quanto meno una nuova attenzione verso un’opera ormai dimenticata.
C’è però nel caso specifico un fatto tutto particolare: come detto prima questo progetto ha una rilevanza strategica, è fondamentale non perché assicura un collegamento tra due nuclei urbani all’interno di una Regione, di due nuclei urbani di cui uno è la capitale del Paese, ma è un’opera che, se non realizzata, creerà non fra un quinquennio ma, addirittura, nel prossimo biennio, un trombo irreversibile nell’arteria viaria tirrenica, un’arteria che per oltre il 60 per cento assicura le interazioni commerciali e logistiche tra il Nord ed il Sud del Paese e questo si trasformerà automaticamente in un danno alla crescita del Sud, in un danno ai costi del trasporto e quindi al rischio di emarginazione di alcune filiere merceologiche. Tutto questo, insisto, esploderà presto e diventerà un boomerang l’aver fornito certezze e assicurazioni su un’opera che per poter partire dovrà riavere le condizioni progettuali e finanziarie della Legge Obiettivo.
(*) Tratto dalle Stanze di Ercole
Aggiornato il 06 settembre 2022 alle ore 11:02