Gli incentivi non bastano. Puntuale arriva il tredicesimo calo consecutivo per le immatricolazioni delle automobili. Nel nostro Paese, infatti, è registrata una contrazione dello 0,9 per cento rispetto al mese di luglio dello scorso anno e del 28,5 per cento in confronto al luglio del 2019. Questo è quanto evidenziato da un’analisi del Centro studi Promoter.
“La situazione del mercato dell’auto resta dunque molto grave e l’effetto sulle vendite degli incentivi alla rottamazione varati il 6 aprile scorso è finora decisamente modesto – viene spiegato – oltre allo scarso effetto degli incentivi, molti sono i fattori che stanno fortemente penalizzando il mercato dell’auto”. E cioè: “Nel 2020 l’esordio della pandemia ha determinato un primo drastico calo rispetto al 2019, che è tuttora molto difficile da recuperare. La pandemia non è comunque l’unica causa delle difficoltà attuali dell’auto perché – è sottolineato – molto stanno influendo sulla domanda gli effetti psicologici e concreti della guerra in Ucraina e delle sanzioni adottate nei confronti della Russia, a cui si aggiungono la crisi nelle forniture di microchip e altri componenti essenziali per la produzione di automobili, il ritorno dell’inflazione, la fine del denaro a costo zero o comunque molto contenuto per le imprese. E ora anche la possibilità di politiche monetarie non più espansive”.
“Nonostante il ridimensionamento della domanda – commenta Gian Primo Quagliano, presidente del Centro studi Promotor – la carenza di prodotto è oggi talmente forte da avere effetti molto negativi per i potenziali acquirenti di auto, sia nuove che usate. Per le nuove, i tempi di attesa per la consegna si sono molto dilatati e i prezzi effettivi praticati dai concessionari sono aumentati, perché si sono decisamente ridimensionati gli sconti che in tempi normali venivano accordati ai compratori e che potevano arrivare fino ad un 10 per cento sul listino. D’altra parte, dall’inchiesta congiunturale di luglio del Centro studi Promotor emerge che il 95 per cento dei concessionari dichiara giacenze di autovetture nuove basse. Una situazione analoga, mutatis mutandis, si verifica anche per il mercato dell’usato, su cui si riversa una parte della domanda insoddisfatta di auto nuove. L’85 per cento dei concessionari dichiara di avere giacenze di usato basse e insufficienti per far fronte alla domanda. Questa situazione, tra l’altro, ha determinato una forte crescita dei prezzi delle auto usate, con qualche vantaggio per i concessionari e per coloro che vendono un usato per acquistare un’auto nuova e forti svantaggi per coloro che invece sono in condizioni economiche che consentono soltanto l’acquisto di auto usate. In sintesi – termina – la situazione del mercato dell’auto rimane molto seria”.
Aggiornato il 02 agosto 2022 alle ore 12:33