Inflazione più pesante per famiglie meno abbienti

I beni energetici determinano l’accelerazione dell’inflazione nel secondo trimestre del 2022. Per il mese di giugno l’Istat ha confermato il dato già comunicato, ovvero di un tasso di inflazione all’8 per cento: il massimo dal 1986. Come elementi di valutazione vanno considerati anche beni come gli alimenti e, in misura più contenuta, i servizi. Poiché i beni incidono in misura maggiore sulle spese delle famiglie meno abbienti, e i servizi pesano invece di più su quelle più agiate, la crescita dell’inflazione segna valori più elevati per le famiglie con minore capacità di spesa. Per loro passa dal +8,3 per cento del primo trimestre al +9,8 per cento del secondo trimestre, mentre per quelle più abbienti accelera dal +4,9 per cento al +6,1 per cento. Pertanto, il differenziale di classe si amplia a 3,7 punti percentuali.

Per l’Unione nazionale consumatori l’Italia è “nei guai” e parla di “emergenza nazionale che in assenza di un governo in carica non può che aggravarsi ulteriormente”. Secondo il presidente dell’Unc Massimiliano Dona, “’inflazione a +8 per cento significa, per una coppia con due figli, una batosta complessiva, in termini di aumento del costo della vita, pari a 2.658 euro su base annua, 1.061 per Abitazione, acqua ed elettricità, 600 euro per i trasporti, 692 per prodotti alimentari e bevande, 714 per il carrello della spesa. Per una coppia con un figlio, la mazzata totale è pari a 2.469 euro, 999 per l’abitazione, 562 per i trasporti, 625 euro per cibo e bevande. In media per una famiglia il rialzo annuo è di 2.082 euro, 963 per l’abitazione, 396 per i trasporti, 508 euro per mangiare e bere. Ma il record spetta alle famiglie numerose con più di 3 figli con una scoppola pari a 2.978 euro, 827 solo per il cibo”.

Per il fondatore e presidente del Codacons Carlo Rienzi, “le nostre peggiori previsioni trovano purtroppo conferma nei dati Istat. L’inflazione all’8 per cento, considerata la totalità dei consumi di una famiglia, si traduce in una stangata da +2.457 euro annui per la famiglia tipo, e addirittura +3.192 euro annui per un nucleo con due figli. Rincari che determinano inoltre una vera e propria stangata sulle vacanze estive degli italiani, senza dubbio le più costose degli ultimi 50 anni – prosegue Rienzi – Basti pensare che le tariffe delle strutture ricettive, in base ai dati Istat, crescono in media del +18 per cento rispetto allo scorso anno, i prezzi dei biglietti aerei si impennano addirittura del +90,4 per cento su base annua, aumentando in un solo mese del +23,8 per cento”.

Aggiornato il 15 luglio 2022 alle ore 12:54