Prima la pandemia di Covid-19, poi l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia spingono gli italiani a lasciare sempre più soldi in banca: da maggio 2021 a maggio 2022, il totale delle somme depositate dalla clientela privata è cresciuto di oltre 105 miliardi di euro. Il saldo totale dei conti correnti e dei depositi ammonta a 2.101 miliardi di euro, in aumento di oltre il 5 per cento rispetto ai 1.995 miliardi di un anno fa. I salvadanai delle famiglie si sono gonfiati di oltre 48 miliardi, arrivando a 1.178,8 miliardi complessivi (+4 per cento), mentre quelli delle aziende sono saliti di quasi 29 miliardi fino a quota 416 miliardi (+7 per cento).
Dati che emergono da un’analisi del Centro studi di Unimpresa, secondo cui gli italiani hanno risparmiato 100 miliardi complessivi in più. Il saldo totale è pari a 1.481 miliardi, in crescita dal 7 per cento rispetto ai 1.384 miliardi di maggio 2021: su questa cifra pesano i rischi legati alla crescita costante dell’inflazione che riduce sensibilmente il potere d’acquisto dei risparmi infruttiferi, ovvero che non producono interessi.
“Per far ripartire i consumi delle famiglie e gli investimenti delle imprese servirebbe fiducia, ma le tensioni nella maggioranza e l’ormai conclamata crisi di governo rappresentano un freno clamoroso per la ripresa e, allo stesso, favoriscono gli atteggiamenti conservativi. Ci stiamo avvitando in una spirale negativa e la prospettiva della recessione nel 2022, purtroppo, è sempre più realistica. Il decreto annunciato dal Governo per la fine di luglio deve rappresentare una risposta concreta ai bisogni del Paese”, commenta il presidente onorario di Unimpresa, Paolo Longobardi. L’associazione ha condotto questa ricerca sulla base di dati forniti dalla Banca d’Italia. L’esposizione verso i pronti contro termine – vendita di titoli con opzione di riacquisto a prezzo e data prestabiliti – è in forte incremento, salita complessivamente di 25,2 miliardi (+25,98 per cento), da 97,1 miliardi a 122,3 miliardi.
“I comportamenti delle famiglie e delle imprese, fotografati dall’analisi per strumento, mettono in evidenza un atteggiamento orientato soprattutto alla massima prudenza. Se i cittadini proseguono nel frenare la spesa, le aziende continuano a congelare qualsiasi investimento di breve e medio periodo. Non solo: le scelte fatte dalle aziende e dalle famiglie portano alla luce, inoltre, la volontà di accumulare denaro con forme di deposito particolarmente liquido e, contestualmente, evidenziano la sensibile riduzione dei servizi bancari con vincoli di durata”, osservano gli analisti del Centro studi di Unimpresa.
Aggiornato il 14 luglio 2022 alle ore 14:31