Gas russo, Bruxelles si prepara alla “tempesta perfetta”

L’economia continentale si prepara alla “tempesta perfetta”. Bruxelles aveva già abbassato a maggio la sua stima di crescita del Pil quest’anno al 2,7 per cento sia per l’area dell’euro che per l’Ue, inflazione rivista al 6,8 per cento. Le ragioni di affanno risiedono nel taglio della fornitura di gas russo. Ovviamente, meno gas arriverà, più sarà complesso lo scenario. La conclusione è condivisa dei ministri dell’Economia dell’Ue riuniti oggi nella capitale belga per l’Eurogruppo.

Il commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni, al termine del confronto ha rimarcato che “il fattore cruciale per uno scenario avverso è la fornitura di energia. E questo era stato detto chiaramente nelle nostre previsioni economiche di primavera. Ed è un rischio che non è diminuito nelle scorse settimane, è aumentato”. Secondo l’ex premier, “questo non ci deve portare però a dipingere un quadro errato sullo stato odierno della nostra economia: è un quadro di crescita limitata in relazione alle previsioni ma la crescita continua. La disoccupazione è molto bassa, i risparmi alti, con riaperture e ripresa del turismo. Tutto questo con le acque agitate e le tempeste all’orizzonte. Siamo al corrente del quadro ma non la dobbiamo descrivere come economia in tempesta”. Giovedì lo stesso Gentiloni presenterà le previsioni economiche estive.

Per il vice presidente della Commissione Valdis Dombrovskis, “la crescita economica si sta dimostrando abbastanza resiliente quest’anno ma ci dobbiamo aspettare qualche revisione al ribasso. E lo stesso vale per il prossimo anno a causa dei tanti rischi e incertezze. L’inflazione invece continua a salire per questo sarà rivista al rialzo”. Quasi tutti i ministri presenti al vertice sono convinti che le carenze di fornitura energetica tenderanno solo ad aggravarsi.

Il presidente dell’Eurogruppo Paschal Donohoe ha affermato che, “nelle condizioni attuali, vi è consenso sul fatto che sostenere la domanda in generale non sia giustificato e che il nostro obiettivo dovrebbe essere la protezione dei più vulnerabili”. L’invasione russa dell’Ucraina ha spinto al rialzo i prezzi dell’energia e delle materie prime, portando l’inflazione nell’eurozona all’8,6 per cento a giugno e abbassando le prospettive di crescita, aumentando i rischi per un’economia dell’eurozona sulla quale pesa anche la pandemia e la volatilità dei mercati finanziari.

Le misure fiscali, si sottolinea nel comunicato concordato dai ministri, “dovrebbero puntare ad alleviare i problemi di approvvigionamento che frenano le nostre economie” e privilegiare le riforme strutturali e gli investimenti nella transizione verde e digitale, in particolare per ottenere l’indipendenza energetica”. Ma nel capitolo energia avvertono che le riduzioni generalizzate di tasse e tassazioni speciali, adottate per mitigare l’impatto del rapido aumento dei prezzi a livello nazionale, “dovrebbero essere temporanee” e “essere sempre più adeguate vulnerabile”.

Aggiornato il 12 luglio 2022 alle ore 13:54