Forse non servivano i dati Istat per avere la percezione che tutto, nel nostro Paese, costa di più. All’indomani dell’intervento del Governo sul caro-bollette, il mese di giugno registra un record che non si raggiungeva da quasi 40 anni. Nel 1986 l’inflazione era pari all’8,2 per cento, nel mese di giugno di quest’anno i dati Istat (ancora parziali) segnalano l’8 per cento.
I biglietti aerei sono raddoppiati rispetto all’anno scorso. Gli hotel, come i B&B, hanno visto un aumento dei costi del 18,1 per cento solo in questo mese, i servizi relativi ai trasporti hanno avuto un aumento annuo del 7,2 per cento. Per non parlare del cosiddetto carrello della spesa (beni alimentari, beni per la cura della casa e della persona) che secondo le statistiche preliminari Istat vola al +8,3 per cento.
I campanelli di allarme arrivano sia da Confcommercio, che sottolinea come “le pressioni inizialmente concentrate nell’energetico si sono ormai diffuse ad altri settori, in primis i trasporti e l’alimentare” e prevede “inevitabili e pesanti effetti sul reddito disponibile e sul potere d’acquisto della ricchezza detenuta in forma liquida da parte delle famiglie, con conseguenti riverberi negati sui comportamenti di spesa”. Sia dal Codacons, che parla di “una vera e propria emergenza nazionale che avrà effetti pesanti sull’economia e sulle condizioni economiche delle famiglie”.
Il nodo cruciale rimane sempre l’energia. “Le tensioni inflazionistiche continuano a propagarsi dai Beni energetici”, che passano da +42,6 di maggio a +48,7 per cento e in particolare degli Energetici non regolamentati come i carburanti (da +32,9 a +39,9 per cento).
Un altro record viene registrato sul piano europeo. Da quando è stata creata l’Unione economica e monetaria (Uem, luglio 1988) l’inflazione nell’Eurozona ha toccato l’8,6 per cento a giugno contro l’8,1 per cento di maggio, un livello mai registrato.
Aggiornato il 02 luglio 2022 alle ore 11:01