Si ridisegna il quadro dirigenziale di Fincantieri e di Leonardo, punte di diamante dell’industria a capitale statale diventate leader mondiali nella cantieristica e nell’hi-tech militare, e toccate indirettamente dallo scandalo “Colombiagate”. Nel frattempo, la produzione cresce a ritmi sostenuti: in questa settimana Fincantieri ha consegnato alla Marina del Qatar la corvetta “Damsah”, seconda unità sulle quattro commissionate. La cerimonia si è svolta nel cantiere del Muggiano, a La Spezia, alla presenza del capo della flotta militare qatarina, Abdulla Al-Mazrouei e del generale Hilal Al-Muhannadi. Erano presenti l’Ammiraglio Pierpaolo Ribuffo e Marco Acca, vicedirettore generale della Divisione Navi Militari Fincantieri. Le unità commissionate sono navi multiruolo di circa 107 metri, in grado di raggiungere una velocità di 28 nodi ospitando a bordo 112 persone. Le corvette potranno impiegare mezzi veloci tipo Rhib (Rigid hull inflatable boat). Il ponte di volo e l’hangar saranno attrezzati per accogliere un elicottero Nh90.
I riflessi del Colombiagate sulla dirigenza Fincantieri e Leonardo
Sul caso Colombiagate, Leonardo – uno dei maggiori gruppi industriali dell’Aerospazio e della Difesa – ha avviato un audit interno, di cui avremo gli esiti nei prossimi giorni. La società guidata da Giuseppe Bono ha invece già deciso di sospendere temporaneamente, dall’incarico di responsabile della Divisione Navi Militari, Giuseppe Giordo, coinvolto nella vicenda a metà tra business e politica, che vede tra i protagonisti Massimo D’Alema, il quale si sarebbe dedicato al ruolo di mediatore per la vendita alla Colombia di corvette Fincantieri e di jet militari Leonardo per l’addestramento dei piloti. D’Alema, che dopo la politica ha scelto il business, avrebbe avuto il ruolo di broker internazionale. Leonardo e Fincantieri hanno smentito di aver assegnato a D’Alema e al suo gruppo il brokeraggio di loro prodotti.
Tutto parte da Expodefensa, svoltasi in Colombia lo scorso dicembre. Leonardo ha esposto nell’importante esposizione di Bogotà il jet M-346 Fighter Attack, un aereo multiruolo (addestramento e caccia). Leonardo ha venduto oltre 80 M-346 a Israele, Qatar, Grecia, Singapore, Polonia e Turkmenistan. Colombia e Nigeria sarebbero i prossimi acquirenti. Quanto a Fincantieri la Colombia sarebbe interessata alle corvette Fcx-30, un’evoluzione di quelle commissionate dal Qatar. Anche la Grecia sta trattando un appalto per le Fcx-30 (ma Fincantieri è in concorrenza con Naval Group), oltre all’acquisto di fregate della serie Constellation (la Us Navy ne ha commissionate nove). Massimo D’Alema ha smentito di aver avuto un ruolo pagato e ufficiale nelle trattative con la Colombia. Ha precisato di avere discusso dei prodotti Leonardo e Fincantieri, ma solo perché contattato da personalità colombiane a scopo informativo. D’Alema aggiunge che in Italia “è molto facile reclutare qualcuno disposto a danneggiare il nostro Paese”.
Il rinnovo dei vertici di Fincantieri
L’indicazione del Cda di Cassa Depositi e Prestiti per l’assemblea di Fincantieri, che il prossimo 16 maggio procederà alle nuove nomine dirigenziali, è questa: il generale Claudio Graziano sostituirà Giampiero Massolo alla presidenza del Gruppo, mentre Pierroberto Folgiero sarà amministratore delegato al posto di Giuseppe Bono. Cdp Industria SpA, azionista per conto dello Stato ha una partecipazione in Fincantieri del 71,32 per cento del capitale sociale. Claudio Graziano vanta una lunga carriera, ricca di impegni in Italia e sugli scenari internazionali. Laureato in Scienze strategiche ha inizialmente operato in Mozambico, nel quadro di una missione Onu. Ha poi comandato come colonnello il 2° reggimento alpini della Brigata “Taurinense” a Cuneo e ha ricevuto l’incarico di Capo ufficio Pianificazione dello Stato Maggiore.
Molto importante il ruolo assunto nel settembre 2001, quando ha assunto l’incarico di Addetto militare presso l’Ambasciata d’Italia di Washington, negli Stati Uniti. Dal 2005 ha guidato la missione della “Brigata Multinazionale Kabul” in Afghanistan. Nel 2007, il segretario generale delle Nazioni Unite gli ha conferito l’incarico di Force Commander della missione Unifil in Libano. Nel 2010 è diventato Generale di Corpo d’Armata ed è stato nominato Capo di Gabinetto del ministero della Difesa. Un anno dopo è diventato Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, incarico che ha condiviso con quello di Capo Gabinetto presso il ministro della Difesa. Dal 2018 è presidente del Comitato militare dell’Unione europea. Pierroberto Folgiero – designato come futuro Ad di Fincantieri – avrà il non facile compito di sostituire Giuseppe Bono, che ha gestito la rinascita della cantieristica in vent’anni di dirigenza. Folgiero proviene da un lungo incarico presso un piccolo grande colosso, un’eccellenza italiana poco conosciuta, che è la Maire Tecnimont. Nato a Roma nel 1972, si è laureato in Economia e Commercio presso l’Università Luiss, dove insegna come professore a contratto e di cui è membro dell’Advisory Board.
Dopo aver lavorato per Agip Petroli e Ernst Young, è stato Corporate Finance Manager presso il colosso della consulenza aziendale PricewaterhouseCoopers. Nel settembre 2010 Folgieri entra nel Gruppo Maire Tecnimont dove poi sarà Ad e D con il settimo stipendio italiano tra i manager (quasi 6 milioni, sempre meno di un calciatore di nazionale). Tecnimont SpA opera nel settore dello hydrocarbon processing, con una posizione dominante nell’ambito del petrolchimico.
Maire Tecnimont si occupa di hi-tech “verde”, e recentemente ha vinto un appalto da 185 milioni negli Usa per la produzione di un additivo che riduce l’inquinamento dei motori diesel (“Ammoniaca blu”). L’azienda italiana è presente in 45 Paesi e dà lavoro a 45mila persone tra dipendenti e personale indiretto. È nata dai padri dell’industria italiana come la Edison (1883), Montecatini (1888) e Fiat (1889), gruppi industriali le cui divisioni di ingegneria sono all’origine dell’attuale Gruppo Maire Tecnimont. Nei primi anni ’70 nascono le società di ingegneria italiane Selas Italia (1971), che diverrà poi Kti, Fiat Engineering (1972), già Servizio costruzioni e impianti del gruppo Fiat, e Tecnimont (1973) all’interno del Gruppo Montedison.
È da queste aziende che poi nascerà il Gruppo attuale, che punta a una strategia “technology-driven” nel campo della trasformazione degli idrocarburi, con una progressiva apertura alle energie rinnovabili e alla green chemistry. Come ci insegnano i prodotti di investimento di compagnie come generale, il settore delle energie alternative e l’hi-tech verde sono quelli a più alto ritorno, comunque finisca il delirio dell’infame guerra scatenata da Vladimir Putin in Ucraina.
Aggiornato il 29 aprile 2022 alle ore 13:33