“Nel lungo termine a partire dal prossimo inverno sarebbe necessario sostituire completamente i circa 30 miliardi di metri cubi di gas russo con altre fonti. Sebbene questo sia possibile in un orizzonte minimo di 3 anni, tramite le misure strutturali, per almeno i prossimi due inverni sarebbe complesso assicurare tutte le forniture al sistema italiano e occorre dotarsi di strumenti di accelerazione molto efficaci per gli investimenti che servono”.
Così il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, nel corso dell’informativa urgente alla Camera di martedì 22 marzo: “Consumi di gas sono rimasti stabili negli ultimi 20 anni a 76 miliardi di metri cubi nel 2021. La produzione nazionale si è ridotta per l’assenza di investimenti e l’esaurimento dei giacimenti passando da 15 miliardi di metri cubi nel 2001 a 3 miliardi del 2021. L’Italia – nota – è quasi completamente dipendente dall’import con oltre il 95 per cento del gas che viene importato. Dalla Russia l’import è cresciuto da circa 20 miliardi di metri cubi, il 25 per cento dei consumi nel 2011 ai 29 miliardi di metri cubi nel 2021 pari al 38 per cento dei consumi”.
Nel breve termine, per Cingolani, si stima una riduzione della domanda civile di gas a causa dell’arrivo di temperature più miti, così una “completa interruzione dei flussi dalla Russia oggi non provocherebbe problemi di fornitura interna. Si creerebbero solo in caso di un picco di freddo a fine marzo”.
Ancora il ministro: “Il Mite (Ministero della Transizione ecologica, ndr) ha già dato a Snam l’indirizzo per la negoziazione all’acquisto di una Fsru (Floating storage and regasification units, unità galleggianti di stoccaggio e rigassificazione) e al noleggio di una seconda unità, infrastrutture che saranno oggetto di un prossimo Dpcm di identificazione come impianti strategici”.
Aggiornato il 23 marzo 2022 alle ore 16:04