Sono 169mila gli occupati in più rispetto al 2020. Il confronto è stato condotto dall’Istat in rapporto al 2021. Si tratta di un +0,8 per cento. A fronte di questo miglioramento della platea dei lavoratori fa però da contraltare quello della disoccupazione pari al +2,9 per cento (66mila unità) portando il tasso al 9.5 per cento. La crescita dell’occupazione ha riguardato soltanto i dipendenti a termine. Intenso il calo degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-460mila, -3,3 per cento). Questi i dati resi noti dall’Istat oggi che ha ricordato anche come, nel 2020, a causa della pandemia persero il lavoro 724mila persone.
Gli occupati in media annua 2021 sono 22 milioni 554mila e rispetto al periodo pre-pandemia (anno 2019) sono 555mila in meno (-2,4 per cento). Questo dato è sintesi sia di un progressivo miglioramento nel corso dell’anno sia risultato, come sottolinea l’Istituto, “anche frutto della dinamica in diminuzione della popolazione in età lavorativa”. Il tasso di occupazione sale al 58,2 per cento (+0,8 punti percentuali in un anno), recuperando così circa la metà del calo registrato nel 2020 sul 2019.
Nel quarto trimestre 2021 l’Istat evidenza come su base congiunturale siano cresciuti i dipendenti a termine (+80mila 2,7 per cento) e gli indipendenti (+11mila, 0,2 per cento), mentre sono andati in lieve calo i dipendenti a tempo indeterminato (-11mila, -0,1 per cento in tre mesi). Gli occupati nel periodo sono 22 milioni 791mila mentre il tasso di occupazione è al 59,1 per cento.
L’input di lavoro, misurato dalle ore lavorate, è cresciuto dello 0,2 per cento sul trimestre precedente e del 6,2 per cento sull’anno. Il tasso di disoccupazione nel quarto trimestre 2021 si attesta al 9,1 per cento, stabile rispetto al terzo trimestre e il calo di 0,7 punti sullo stesso periodo del 2020. L’Istat precisa che i disoccupati nel periodo sono 2 milioni 277mila, in calo dello 0,3 per cento sul trimestre precedente e del 5,4 per cento sullo stesso periodo del 2020.
Aggiornato il 11 marzo 2022 alle ore 13:14