Calo a gennaio per le vendite al dettaglio dello 0,5 per cento in valore e dello 0,7 per cento in volume. Questo secondo le stime dell’Istat, che ha notato: “Sono in diminuzione sia le vendite dei beni alimentari (-0,1 per cento in valore e -0,7 per cento in volume) sia quelle dei beni non alimentari (-0,8 per cento in valore e in volume)”.
L’Istituto nazionale di statistica, tra le altre cose, ha puntualizzato: “Nel trimestre novembre 2021-gennaio 2022, in termini congiunturali, le vendite al dettaglio sono stazionarie in valore e calano dello 0,5 per cento in volume. Diminuiscono le vendite dei beni non alimentari (-0,6 per cento in valore e in volume), mentre quelle dei beni alimentari aumentano in valore (+0,9 per cento) e registrano un lieve calo in volume (-0,2 per cento)”.
Inoltre, su base tendenziale, a gennaio di quest’anno “le vendite al dettaglio aumentano dell’8,4 per cento in valore e del 7,3 per cento in volume. A questa dinamica contribuiscono in misura prevalente le vendite dei beni non alimentari (+14,2 per cento in valore e +14,8 per cento in volume) mentre quelle dei beni alimentari registrano un aumento contenuto in valore (+2,2 per cento) e una flessione in volume (-1,6 per cento)”.
Per concludere, tra i beni non alimentari “si registra una crescita tendenziale per tutti i gruppi di prodotti. Gli aumenti maggiori riguardano prodotti farmaceutici (+30,2 per cento), giochi, giocattoli, sport e campeggio (+21,6 per cento) e abbigliamento e pellicceria (+20,5 per cento). Rispetto a gennaio 2021 – ha rimarcato l’Istat – il valore delle vendite al dettaglio cresce per la grande distribuzione (+6,1 per cento), le imprese operanti su piccole superfici (+12,5 per cento) e le vendite al di fuori dei negozi (+4,2 per cento) mentre diminuisce per la componente del commercio elettronico (-2,1 per cento)”.
La posizione del Codacons
“I dati Istat sulle vendite al dettaglio di gennaio” attestano “un forte calo degli acquisti da parte delle famiglie”. Così il Codacons che, per voce del presidente, Carlo Rienzi, ha dichiarato: “Il caro-bollette e le conseguenze della crisi energetica sui prezzi al dettaglio iniziano a far sentire i propri effetti sui consumi degli italiani. Rispetto al mese precedente, calano le vendite sia per i beni alimentari, sia per quelli non alimentari, un segnale preoccupante per la nostra economia”.
“Dati, tuttavia, destinati a peggiorare nelle prossime settimane – ha avvertito Rienzi – la fiammata dell’inflazione di febbraio e il conflitto scoppiato in Ucraina, unitamente all’escalation dei listini dei carburanti, avranno effetti dirompenti sui consumi delle famiglie, con le vendite destinate a calare ulteriormente”.
Aggiornato il 08 marzo 2022 alle ore 12:14