L’Istat ha confermato il dato dell’inflazione a gennaio, con l’indice nazionale dei prezzi al consumo che ha registrato un aumento dell’1,6 per cento su base mensile e del 4,8 per cento su base annua.
“L’ulteriore e marcata accelerazione dell’inflazione su base tendenziale è dovuta prevalentemente ai prezzi dei beni energetici (la cui crescita passa da +29,1 per cento di dicembre a +38,6 per cento), in particolare a quelli della componente regolamentata (da +41,9 per cento a +94,6 per cento), e in misura minore ai prezzi dei beni energetici non regolamentati (da +22 per cento a +22,9 per cento), dei beni alimentari non lavorati (da +3,6 per cento a +5,3 per cento) e a quelli dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +2,3 per cento a +3,6 per cento); da segnalare, invece, il rallentamento dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (da +3,6 per cento a +1,5 per cento)”.
Per l’Istituto nazionale di statistica l’inflazione di fondo, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, “rimane stabile a +1,5 per cento, mentre quella al netto dei soli beni energetici accelera da +1,6 per cento a +1,8 per cento. L’aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto, per lo più, ai prezzi dei Beni energetici regolamentati (+43,8 per cento) e in misura minore a quelli degli energetici non regolamentati (+3 per cento), dei beni alimentari non lavorati (+2 per cento), degli alimentari lavorati (+1,3 per cento), dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+1,1 per cento) e dei beni durevoli (+0,8 per cento). Solo i servizi relativi ai trasporti diminuiscono (-1,6 per cento), a causa per lo più di fattori stagionali”.
E ancora: “Su base annua accelerano i prezzi dei beni (da +5,5 per cento a +7 per cento) e di un solo decimo di punto anche quelli dei servizi (da +1,7 per cento a +1,8 per cento); il differenziale inflazionistico tra questi ultimi e i prezzi dei beni resta negativo (-5,2 punti percentuali), ampliandosi rispetto a quello registrato a dicembre (-3,8). L’inflazione acquisita per il 2022 è pari a +3,4 per cento per l’indice generale e a +1 per cento per la componente di fondo”.
Nel dettaglio, secondo l’Istat, “accelerano sia i prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +2,4 per cento di dicembre a +3,2 per cento) sia quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +4 per cento a +4,3 per cento). L’Indice armonizzato dei prezzi al consumo (Ipca) registra una variazione congiunturale nulla e un aumento del 5,1 per cento su base annua (da +4,2 per cento di dicembre); la stima preliminare era +5,3 per cento. La variazione su base mensile nulla, a differenza di quella del Nic, si deve all’avvio dei saldi invernali dell’abbigliamento e calzature, di cui il Nic non tiene conto, che determinano una flessione dei prezzi di questo comparto merceologico pari a -21,5 per cento. L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (Foi), al netto dei tabacchi, registra un aumento dell’1,4 per cento su base mensile e del 4,7 per cento su base annua”.
Aggiornato il 22 febbraio 2022 alle ore 13:55