Il risparmio degli italiani e la via dell’estero

La pandemia ha portato a un’impennata del risparmio degli italiani, determinata soprattutto dall’impossibilità di consumare che abbiamo sperimentato in tempi di lockdown. Nel 2020 la propensione al risparmio era aumentata al 15,6 per cento, praticamente il doppio rispetto al 2019 quando era all’8 per cento. Oltre alla pandemia, hanno inciso sicuramente anche altri fattori legati all’incertezza sul futuro, come il timore di subire decurtazioni del reddito o di perdere il lavoro. L’Italia conferma quindi di essere il secondo Paese al mondo come quota di risparmio, seconda solo al Giappone. Le riaperture e il conseguente aumento delle spese familiari non dovrebbero intaccare in maniera significativa questo dato.

Il problema è che questa enorme massa di risparmio rimane perlopiù immobilizzata in depositi o custodita in contanti. I risparmi rimangono così esclusi dai circuiti economici e degli investimenti, a cui potrebbero dare una spinta determinante. Proviamo a pensare agli effetti moltiplicativi del reddito se anche solo la metà del risparmio fosse investita in attività produttive e aziendali. Così evidentemente non è, per cui anche la Borsa di Milano non riflette per dimensioni la capacità economica dell’Italia. Il paradosso è che il risparmio riversato sui depositi prende per il 75 per cento la via dell’estero. Anziché finanziare il sistema Italia e le sue startup, andiamo a ingrassare le società quotate a Londra, Francoforte, Zurigo e New York. Molte società italiane preferiscono non quotarsi, soprattutto se hanno una gestione familiare che ne garantisce il controllo.

Altre, invece, intendono sottrarsi ai controlli a cui sono sottoposte le imprese quotate. Ma è indubbio che un regime fiscale adeguato potrebbe portare a riconsiderare le scelte di molti gruppi che hanno le carte in regola per affacciarsi al mercato borsistico italiano e attrarre quote di risparmio. Pur essendo l’Italia la patria delle piccole imprese, il mercato azionario a loro dedicato, come l’Aim, è nettamente sottodimensionato rispetto ad altri Paesi. La rinascita economica italiana potrebbe essere sorprendente se riuscissimo a trattenere entro i confini una quota maggiore del risparmio.

Aggiornato il 03 febbraio 2022 alle ore 11:49