Riuscire a conciliare innovazione e sostenibilità rappresenta la sfida cruciale della nostra economia. Una realtà che merita attenzione è quella dell’Alaska che ha fatto della tutela della fauna, dell’ambiente e della tracciabilità dei prodotti ittici una parentesi economica importantissima per lo stato nordamericano. Il salmone selvaggio dell’Alaska è al centro delle iniziative istituzionali e di promozione all’estero del Paese con il protagonismo dell’Alaska Seafood Marketing Institute, l’ente istituzionale preposto alla promozione dei prodotti ittici dell’Alaska che ha programmato una serie di eventi e iniziative atte a portare alla ribalta le peculiarità del salmone selvaggio. L’Alaska Seafood Marketing Institute ha lanciato, già nel corso di questo mese e per tutto il 2022, un’importante campagna di comunicazione su riviste specializzate e di alimentazione naturale per la promozione dei prodotti ittici d’eccellenza, l’importanza della sostenibilità, la tutela del territorio e la tracciabilità dell’intera filiera ittica del salmone.
In Alaska il salmone selvaggio è talmente importante da essere tutelato dalla Costituzione. La Costituzione dello Stato d’Alaska del 1959 precisa che “i pesci e tutta la fauna ittica dovranno essere utilizzati, sviluppati e conservati secondo i principi dell’eco-sostenibilità”. Il patrimonio ittico dell’Alaska rappresenta un focus economico centrale nel dibattito pubblico dello stato e la filiera ittica è controllata in ogni suo processo: dalle località dove è consentita la pesca, alle licenze, alle modalità della pesca che deve rispecchiare precisi canoni di sostenibilità, con il divieto dello strascico, fino alle reti che sono costantemente controllate. Il salmone selvaggio dell’Alaska nasce nelle acque dolci dei fiumi locali, per poi migrare verso il mare dove cresce. Una volta adulto e raggiunta la maturità sessuale, torna nelle acque nelle quali è nato per deporre le uova, riprodursi e durante questa fase, quella della risalita dei fiumi dai mari, i pescatori catturano il salmone richiesto e apprezzato in tutto il mondo.
Il salmone e i prodotti ittici dell’Alaska sono sostenibili, grazie alla Costituzione dello Stato che preserva e regola anche la quantità di pescato stagionale, al fine di garantire le riproduzioni future. La giurisprudenza nazionale, avendo garantito la sostenibilità ittica, spinge le istituzioni a chiedere una sempre più innovativa e tecnologica attività ittica e le imprese sono divenute un modello per un hub nazionale di economia circolare, tracciabilità e autenticità del prodotto, digitalizzazione e geolocalizzazione della fauna ittica e nuovi sistemi tecnologici per la pesca.
Il salmone selvaggio dell’Alaska è disponibile solo nei mesi in cui le istituzioni consentono la pesca autorizzata, tra maggio e ottobre mentre, per i restanti mesi dell’anno, lo si trova surgelato ma, grazie proprio all’innovazione della filiera ittica che garantisce una perfezione nella tecnica utilizzata per la conservazione e distribuzione del prodotto, le aziende ittiche dell’Alaska riescono a garantire una assoluta integrità del prodotto, sia in consistenza sia in sapore. Dinamiche economiche che meritano di essere conosciute in tutto il mondo e che se ben comprese e studiate potrebbero essere imitate anche dalle aziende produttrici di eccellenze ittiche italiane, visionando il lavoro di promozione del territorio e di marketing territoriale che Alaska Seafood Marketing Institute conduce e promuove in tutto il mondo.
Aggiornato il 18 gennaio 2022 alle ore 13:35