Lo spettro della crisi all’ombra del Grande Reset

La produzione industriale è in netto calo, è in ginocchio l’industria dell’automobile che non sa ancora in che direzione andare. In Italia si registra un calo di circa dieci milioni di vetture. In compenso l’inflazione galoppa, gas e luce alle stelle, la revisione del catasto getta le basi per una futura crisi del mercato immobiliare.

E cosa fa il nostro premier? Pensa bene di incontrare, a Palazzo Chigi, Klaus Schwab, il teorico del Great Reset che porta avanti l’insano progetto della robotizzazione umana attraverso microchip, in testa e sottopelle, da condire con intelligenza artificiale e 5G. Insomma, il post-umano con scenari, realistici stavolta, alla Blade Runner, Matrix o Minority Report. I robot totem (nelle scuole sono ormai una realtà annunciata) e l’uomo tabù. Mentre l’uomo medio, l’ex sessantottino docente universitario o di scuola secondaria, il professionista rispettabile, pensa alle bugie di Giorgia Meloni sui migranti, alle contraddizioni di Matteo Salvini o a perorare la causa del politicamente corretto dell’Unione europea contro il Natale. O, meglio, alla violenza sulle donne. Che importa se andiamo dritti verso il baratro di una stagflazione e di nuove chiusure? Se il Green pass rafforzato viene “ridotto” dopo appena due settimane?

Se i tamponi dichiarati non idonei ritornano in auge? Se i vaccini non sono efficaci contro le varianti (come annunciato), non sono immunizzanti e tuttavia veniamo capziosamente obbligati a riceverli come cavie? Se il diritto, la logica, la democrazia vengono obliterati? Ma chi se ne frega?  Adesso, finalmente, abbiamo il plauso dell’Economist e di Ursula von der Leyen! Ma, a pensarci bene, questa svolta cosiddetta ecologica, foriera di decrescita economica e controllo della popolazione, non ratificherebbe il fallimento del progetto della globalizzazione? Sdoganando, piuttosto, un nuovo sistema a vantaggio di pochi grandi soggetti del capitalismo. Insomma, una globalizzazione meno democratica e più plutocratica.

Contestualmente in Europa, dopo anni di austerità e controllo dei bilanci, si sdoganano le politiche del debito per una manciata di aiuti a sostegno di una economia in stallo, che pagheranno a caro prezzo le generazioni future. Insomma, a conti fatti, abbiamo meno Europa e meno globalizzazione (perlomeno quella potenzialmente positiva) e più plutocrazia foriera di decrescita, infelice, per le popolazioni. Più Stato e meno mercato, insomma. All’insegna del modello cinese.

Sul piano della politica interna abbiamo avuto una democrazia bloccata dal 1992 e una politica sotto ostaggio della magistratura che ha “panpenalizzato” la società intera. Adesso gli equilibri stanno cambiando. Ma sarebbe sbagliato se fosse la politica a ricattare la magistratura (caso Palamara docet), rovesciando i precedenti equilibri. La nostra democrazia si fonda sullo Stato di diritto. E lo Stato di diritto si fonda sulla separazione e l’equilibrio tra i poteri. Non serve auspicare la sconfitta della magistratura. Anche perché una magistratura troppo debole potrebbe spianare la strada a governi troppo forti che, strumentalizzando le paure della gente (le epidemie sono ghiotte occasioni in tal senso, insieme a tutte le altre emergenze, compresa quella climatica), perseguirebbero obiettivi in contrasto con lo Stato di diritto.

Sarebbe un peccato se la recente sentenza sulla cosiddetta trattativa tra Stato e mafia spianasse la strada all’autoritarismo della tecnocrazia. Per contro, potrebbe essere un’occasione per ripristinare lo Stato di diritto. Il male è un virus che non si eradica con nessuno vaccino, neppure con quelli reclamizzati oggi. Anche la religione e la fede sono scandite dalla crisi in questa bella époque 2.0.

I riti non muoiono mai, è vero, l’uomo ne ha estremo bisogno. E così assistiamo a un grande transfert collettivo che vede la religione soccombere alla scienza. Il sacro lasciare posto alla secolarizzazione. Ma scienza e secolarizzazione sostituiscono il sacro senza eliminarlo, in maniera dogmatica e al riparo da un atteggiamento laico e scettico. Accantonando il dubbio e il pensiero critico. Oggi nuovi miti e riti si affacciano all’orizzonte: sono le code agli hub vaccinali, le genuflessioni al Dio vaccino, le acquasantiere sostituite dal disinfettante.

Una cupa scienza, che fa il verso alla fede, si fa avanti con prepotenza. Buone feste e che Dio (si può ancora dire?) ce la mandi buona.

Aggiornato il 23 dicembre 2021 alle ore 10:48