Uzbekistan ed Europa: fra transizione energetica e sostenibilità

Le riforme energetiche dell’Uzbekistan e il nuovo quadro economico lanciato dalle istituzioni del Paese centroasiatico attirano sempre più le organizzazioni, le istituzioni e le imprese europee. Recente è la notizia di un’importantissima conferenza svoltasi a Tashkent sull’energia rinnovabile che ha visto un forte protagonismo italiano con il Politecnico di Torino, il Turin Polytechnic University in Tashkent e le istituzioni universitarie e scientifiche dell’Uzbekistan. Il Turin Polytechnic University in Tashkent è un’importante istituzione universitaria uzbeka creata nel 2009 dalla collaborazione tra il Politecnico di Torino, Uzavtosanoat, il gruppo automobilistico statale uzbeko, General Motors e il ministero dell’Università Uzbeko.

Tra gli obiettivi della collaborazione tra le istituzioni universitarie uzbeke e italiane vi è la concreta volontà di sviluppare attività di ricerca e trasferimento tecnologico, con laboratori di ricerca energetica e scientifica in diverse aree del Paese centroasiatico e il coinvolgimento di imprese e startup italiane ed europee. La recente conferenza si è svolta sia in presenza che online, con interventi e relazioni di esperti di spicco del settore, provenienti da istituzioni pubbliche internazionali, organizzazioni di imprese e network di business legati alla sostenibilità energetica. La conferenza sulla sostenibilità energetica assume un’importanza strategica per i rapporti tra Europa e Uzbekistan e il futuro delle dinamiche energetiche con al centro lo sviluppo sostenibile.

L’avvicinamento economico e sociopolitico dell’Uzbekistan alle visioni europee è monitorabile anche dalla priorità che la conferenza ha centrato sul Green Deal dell’Unione Europea, sviluppando una serie di combinazioni, di analisi politiche e casi di studio concreti, dando l’opportunità alla comunità imprenditoriale internazionale di condividere esperienze e punti di vista verso l’innovazione e la sostenibilità energetica. Durante i lavori, funzionari delle ambasciate italiane e del Regno Unito a Tashkent, professori impegnati nel campo degli studi energetici del Politecnico di Torino e dell’Università di Strathclyde, del Regno Unito, hanno analizzato alcuni casi estremamente particolari legati alle dinamiche energetiche attuali come l’elettrificazione sostenibile del Centro Asia e la transizione energetica. Aziende energetiche di spessore internazionale come Danieli, Jury Energy e Siemens-Energy hanno analizzato e affrontato il tema della transizione energetica e dell’industria settoriale per lo sviluppo economico sostenibile dell’Uzbekistan, scambiando sinergie con specialisti, analisti e ricercatori di spicco sia del ministero dell’Energia che del ministero dell’Innovazione della Repubblica dell’Uzbekistan. Negli ultimi anni l’Uzbekistan ha approntato diversi documenti per la pianificazione strategica dedicando un’intensa attenzione della riduzione delle emissioni di gas serra, l’utilizzo razionale delle risorse idriche, l’introduzione di tecnologie eco-friendly in vari settori dell’economia e l’aumento delle quote di energie rinnovabili.

Nel tentativo di rafforzare la propria azione nazionale e internazionale in tema di sostenibilità e tutela della biodiversità, l’Uzbekistan ha intrapreso delle riforme istituzionali, con la creazione di due ministeri indipendenti per l’Agricoltura e le Risorse idriche e diverse commissioni pubbliche come quella dedicata alla tutela e valorizzazione delle Foreste. Inoltre, entro il 2030 il governo prevede di raddoppiare l’efficienza energetica e ridurre il peso del carbonio nel Pil. L’Uzbekistan è divenuto un attivo partecipante nell’agenda globale per il clima, affascinando e innescando ulteriore fiducia nei confronti dei partner europei. Recentemente, in occasione del terzo vertice consultivo dei Capi di Stato dei Paesi dell’Asia centrale, tenutasi ad agosto in Turkmenistan, il presidente uzbeko Shavkat Mirziyoyev ha proposto lo sviluppo di una Agenda Verde per favorire l’adattamento della regione centro asiatica ai cambiamenti climatici e proteggere la biodiversità locale.

Aggiornato il 19 ottobre 2021 alle ore 12:13