Auto, Europa: immatricolazioni in aumento

Impennata delle immatricolazioni di auto a giugno. In Europa si registra il +13,3 per cento. Lo scorso mese in Unione europea, Efta e Regno Unito sono state immatricolate 1.282.503 auto, il 13,3 per cento in più dello stesso mese del 2020. Nel primo semestre dell’anno il totale è di 6.486.351 immatricolazioni, in crescita del 27,1 per cento sull’analogo periodo dell’anno scorso. I dati sono dell’Acea, l’associazione dei costruttori europei dell’auto. Stellantis ha immatricolato a giugno 258.657 auto, l’11,5 per cento in più dello stesso mese del 2020, con la quota che passa dal 20,5 per cento al 20,2 per cento. Nei sei mesi il gruppo ha venduto 1.378.773 vetture, in crescita del 32,1 per cento. La quota sale al 21,3 per cento rispetto al 20,5 per cento dello stesso periodo dell’anno scorso.

La reale situazione del mercato automobilistico europeo nel primo semestre di quest’anno emerge chiaramente confrontando i dati delle immatricolazioni con quelli dell’ultimo primo semestre “normale” che è stato quello del 2019: si registra un calo del 23 per cento. Lo sottolinea il Centro Studi Promotor. Nella maggior parte dei mercati fortemente depressa è soprattutto la domanda dei privati che, per le conseguenze della pandemia, utilizzano meno l’auto e tendono a rinviare la sostituzione anche delle vetture più datate e ciò perché l’invito sempre più pressante ad optare per auto a zero o a basso impatto creano incertezza sul tipo di vettura da acquistare.

Secondo il Centro Studi Promotor, mentre ovunque l’economia è in recupero e vengono riviste al rialzo le previsioni di crescita del Pil, il settore dell’auto è in forte difficoltà. Tra i cinque maggiori mercati del continente, rispetto al 2019, il calo più consistente è in Spagna (-34 per cento). Segue per risultato negativo vi è il Regno Unito (-28,3 per cento). La situazione è pesante anche in Germania, dove rispetto al primo semestre 2019 le immatricolazioni si sono ridotte di un quarto (-24,8 per cento). Leggermente migliore la situazione in Francia (-21 per cento). Molto difficile è anche il quadro dell’Italia che accusa il calo più contenuto (-18,3 per cento) grazie agli incentivi.

“L’annuncio dato dall’Unione europea  di voler vietare la vendita di auto ad alimentazione tradizionale dal 2035 – sottolinea Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor – non pare fatto per portare serenità al settore e agli automobilisti. L’impegno per realizzare questo obiettivo, che sarà efficace soltanto se l’Unione europea  riuscirà a convincere il resto del mondo a fare altrettanto, sarà colossale perché occorrerà sostenere l’industria dell’auto chiamata a investire pesantemente, occorrerà creare un’efficiente e capillare rete di ricarica per le auto elettriche, si dovrà affrontare un problema occupazionale, l’energia elettrica dovrà essere prodotta da fonti rinnovabili”.

Aggiornato il 16 luglio 2021 alle ore 13:33