I rischi della ripresa

Ci sono due distinti rischi quelli legati ad un blocco legato ad una chiara volontà dei ministri che si sono succeduti nella gestione delle attività del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti dal 2015 ad oggi e quelli legati al quasi biennio in cui la pandemia ha cambiato sostanzialmente tutte le attività relative sia ai vari processi autorizzativi che alla apertura concreta dei cantieri. In realtà come ho più volte ricordato in passato le lenti di ingrandimento sulle nostre proposte non sono più gestite da organismi del nostro Paese ma da organismi comunitari. E dobbiamo avere il coraggio, per un atto di rispetto nei confronti di un Presidente come Mario Draghi, di ricordare a noi stessi, prima di insistere su delle proposte già inserite nel Recovery Plan inviato a Bruxelles, che alcune opere non rispondono in alcun modo alle Linee Guida che la Unione europea aveva inoltrato al nostro Paese sin dal mese di settembre 2020, cioè da oltre nove mesi. Ho già detto in altre mie note che solo tre rispondono, in modo corretto e difendibile a tali Linee ed in particolare trattasi delle seguenti opere: Linea ferroviaria AV/AC Milano-Genova (Terzo Valico) per un importo di circa 1,9 miliardi di euro; Linea ferroviaria AV/AC Verona-Vicenza-Padova per un importo globale di circa 4,3 miliardi di euro; Linea Ferroviaria AV /AC Napoli-Bari per un lotto di importo paro a circa 1,8 miliardi di euro

Le opere che potranno essere condivise dalla Unione europea e rimanere nel Recovery Plan, almeno per il comparto legato alle infrastrutture ferroviarie, si attestano su un valore globale di circa 8 miliardi di euro e non di 24 miliardi di euro come ribadito formalmente nel Recovery Plan e la critica che i funzionari della Unione europea solleveranno per ogni singola proposta, a mio avviso, avrà come possibili motivazioni le seguenti:

– Asse ferroviario Genova-Ventimiglia (tratta Andora-Finale Ligure) per un importo di 1.540 milioni di euro. Intervento non candidabile in quanto privo di supporti progettuali capaci di consentirne la conclusione entro il 2026

– Asse ferroviario Verona-Brennero il cui valore globale si attesta su un valore di circa 5.600 milioni di euro. In questo caso potrà essere accettato solo un lotto dell’importo di 930 milioni; tuttavia non sarà facile convincere la Unione Europea sull’approvazione di un lotto forse neppure funzionale

– Asse ferroviario AV/AC Roma-Pescara il cui valore globale supera l’importo di 6.200 milioni di euro. Anche in questo caso sarà possibile portare a termine solo un lotto relativo alla tratta Interporto-Chieti-San Giovanni Teatino-Pescara per un importo pari a circa 610 milioni di euro. Non sarà facile convincere la Unione europea sull’approvazione di un lotto forse neppure funzionale

– Potenziamento asse ferroviario Orte-Falconara il cui valore globale supera il valore globale di 1.300 milioni di euro e che per il 2026 potrebbe essere pronto solo un lotto di 510 milioni di euro. In questo caso la Unione europea approfondirà se realmente questa proposta sia coerente con le Linee Guida indicate dalla Unione europea

– Velocizzazione Asse ferroviario Taranto-Metaponto-Potenza-Battipaglia il cui valore globale è di circa 1.600 milioni di euro e che un primo lotto funzionale potrebbe attestarsi su un valore pari a circa 450 milioni di euro. La Unione europea verificherà se il lotto sia davvero funzionale e se abbia senso avviare un lotto che non risolve in modo organico le finalità programmatiche

– Asse ferroviario AV/AC Palermo-Messina-Catania. Questo intervento il cui importo globale è pari a circa 8.500 milioni di euro si compone dei seguenti lotti: 1^ macrofase Lotto 6 Bicocca-Catenanuova, 1^ macrofase Lotto 4b Dittaino-Enna, 1^ macrofase Lotto 3 Caltanissetta Xirbi-Lercara, 1^ macrofase Lotto 4a Enna-Caltanissetta Xirbi, Nodo di Catania-Interramento stazione Centrale, 1^ macrofase Lotto 1+2 Lercara-Montemaggiore-Fiumetorto, Raddoppio Letojanni-Taormina-Fiumefreddo (aggiudicata), Raddoppio Giampilieri-Taormina (aggiudicata); escluso i lotti relativi al Raddoppio Letojanni-Fiumefreddo e Giampilieri-Taormina già in fase di aggiudicazione per circa 2.200 milioni di euro, la parte restante difficilmente sarà accettata dalla Unione europea perché il livello di progettazione attuale non supera la soglia della “fattibilità”

– Upgrading stazioni Sud, Nodi Metropolitani, Sistema Ertms ed elettrificazione ferrovie del Sud. Per tali interventi nel Recovery Plan sono previsti interventi per un valore globale di circa 9 miliardi ma il livello di avanzamento progettuale è, in tutte le varie voci, a livello di fattibilità e le previsioni più ottimistiche prevedono una produzione di Stati di Avanzamento Lavori (Sal) entro i prossimi quattro anni pari a circa 590 milioni. In realtà non sarà facile dimostrarne il completamento funzionale entro il 2026.

Questi dati sullo stato di avanzamento delle singole proposte progettuali sono tutti presenti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) e sono stati prodotti dalle stesse Ferrovie dello Stato quindi, mentre, giustamente ci si preoccupa per le procedure di affidamento delle opere (gare d’appalto, massimo ribasso, sub appalti, procedure veloci, ecc.) non si tiene conto che il vuoto progettuale degli ultimi sei anni è stato ed è davvero tragico. Questa stasi, in realtà, era legata alla completa rassegnazione delle varie società sulla possibilità di trasformare vecchie fattibilità in opere organiche e pronte per l’avvio degli affidamenti; non aveva senso produrre progetti se il Cipe si riuniva raramente, non aveva senso redigere progetti se c’era una folle procedura di rivisitazione delle scelte compiute da Governi precedenti; oggi tali scelte sono l’unico riferimento per ripartire; infine, la Pubblica amministrazione era stata incrinata proprio nella sua capacità funzionale dalla folle scelta renziana legata alla “rottamazione”.

Ha fatto bene il ministro Renato Brunetta a dare il via ad una ricarica di professionalità presso la Pubblica amministrazione, una ricarica di professionalità capaci di rendere possibile una operazione che allo stato, senza una operazione d’urto, non sarebbe in grado di decollare e, cosa ancor più grave, non sono sufficienti i “commissari”.

Il Presidente Mario Draghi sono sicuro sa benissimo che esiste una stretta correlazione tra la vaccinazione della popolazione e l’accensione dei motori del comparto delle costruzioni; la prima operazione ha riacceso la vita sociale del Paese, la seconda è in grado di riaccendere davvero la crescita del nostro Prodotto Interno Lordo.

(*) Tratto dalle Stanze di Ercole

Aggiornato il 01 giugno 2021 alle ore 12:52