Via libera al Polo Mediaset for Europa

Si respira a Cologno Monzese un clima di moderata soddisfazione. Cauta la Borsa di Milano sulla pax tra Fininvest-Vivendi. C’è un sottile equilibrio tra lo scampato pericolo di altri anni di dura contrapposizione e cause giudiziarie e il raggiunto “accordo globale” per mettere fine alle controversie che sono andate avanti per cinque anni. L’intesa, sottoscritta dal vicepresidente Mediaset, Pier Silvio Berlusconi e da Danilo Pellegrino per Fininvest e da Vincent Bolloré e Arnaud de Puyfontaine per Vivendi, permette di guardare al futuro con l’obiettivo del gruppo italiano di raggiungere l’auspicato sviluppo europeo.

Abbandonata l’ascia di guerra che aveva fatto male a tutti i due gruppi delle telecomunicazioni, il passo indietro si basa sulla rinuncia “reciproca a tutte le cause e denunce pendenti” compresi i riflessi penali e su un percorso di ridimensionamento delle mire francesi. Come premio dell’intesa è stato proposto un dividendo straordinario di 0,30 euro per azione a tutti gli azionisti da pagare il 21 luglio.

A quella data saranno state effettuate due assemblee fondamentali per lo sviluppo internazionale di Mediaset, senza più blocchi o contrasti con la minoranza. Il 27 maggio l’assemblea dei soci deciderà (d’accordo anche Vivendi) l’abolizione del voto maggioritario e il 27 giugno il trasferimento della sede legale ad Amsterdam. Gli avvocati milanesi dei due gruppi, che avevano lavorato intensamente dopo le sentenze semi-favorevoli ai francesi del Tribunale di Milano, hanno limato gli ultimi ostacoli.

Una lunga conversazione tra i due fratelli Marina (leader di Fininvest e Mondadori) e Pier Silvio per Mediaset, dopo aver parlato con il Cavaliere appena dimesso dall’ospedale San Raffaele, hanno dato via libera non avendo più senso la prosecuzione di una coabitazione litigiosa.

Il tycoon bretone Vincent Bolloré era andato convincendosi che non era più il caso portare avanti una contesa economica che produceva solo danni. L’interesse francese è concentrato sullo sviluppo di Tim, legato all’espansione della fibra ottica di cui sono in corso alcune promozioni per la telefonia mobile, fissa, smartphone e per i diritti televisivi del calcio dopo l’accordo con Sky.

L’intesa Mediaset-Vivendi più volte accarezza e più volte saltata permette ad ognuno dei due gruppi di fare la sua strada preferita. I francesi metteranno sul mercato l’intera quota del 19,19 per cento di Mediaset detenuta dalla società Simon Fiduciaria del gruppo francese in un periodo di 5 anni, con il diritto di Fininvest di acquistare subito il 5 per cento del capitale sociale di Mediaset detenuto direttamente da Vivendi al prezzo di 2,7 euro per azione. Fininvest potrà acquistare le azioni eventualmente invendute in ciascuno dei 12 mesi previsti.

Vivendi resterà azionista di Mediaset con una quota del 4,61 per cento e sarà libera di mantenerla o venderla in qualsiasi momento. In pratica, Vivendi non opporrà più ostacoli allo sviluppo internazionale di Mediaset che porterà la sede legale in Olanda, dove vigono regimi meno restrittivi per l’operare delle imprese. Per arrivare alla pace c’è voluto un lungo percorso dalle origini dello scontro nel 2016, quando il gruppo francese che avrebbe dovuto comperare Premium pay che deteneva i diritti del calcio decise unilateralmente di annullare il negoziato.

Da quel momento il muro contro muro si è fatto sempre più intenso con la contestazione della valutazione del canale (pensavamo di acquistare una Ferrari ma era una Cinquecento si giustificarono i francesi), e le accuse di inadempienze contrattuali.

Aggiornato il 05 maggio 2021 alle ore 09:33