ArcelorMittal ha annunciato di avere perfezionato, il 14 aprile, un accordo di investimento con Invitalia, una società controllata dallo Stato italiano, formando una partnership pubblico-privata tra le parti.
Invitalia ha investito Euro 400 milioni nel capitale sociale di AM InvestCo Italy, la società controllata da ArcelorMittal che ha sottoscritto il contratto di affitto e acquisto dei rami d’azienda di Ilva, in tale modo ottenendo una partecipazione al capitale sociale pari al 38 per cento e diritti di voto pari al 50 per cento. La società a controllo congiunto AM InvestCo Italy sarà rinominata Acciaierie d’Italia Holding e la sua principale controllata operativa ArcelorMittal Italia sarà rinominata Acciaierie d’Italia.
L’Accordo di Investimento prevede un secondo investimento nel capitale da parte di Invitalia, fino a 680 milioni di euro, per finanziare il perfezionamento dell’acquisto dei rami d’azienda di Ilva da parte di Acciaierie d’Italia, che è previsto entro maggio 2022 subordinatamente al verificarsi di determinate condizioni sospensive. A tale punto, la partecipazione di Invitalia nel capitale sociale di Acciaierie d’Italia salirebbe al 60%, mentre ArcelorMittal dovrebbe investire fino a Euro 70 milioni per mantenere una partecipazione pari al 40 per cento e il controllo congiunto sulla società.
In futuro, Acciaierie d’Italia Holding opererà in modo autonomo, e come tale avrà propri piani di finanziamento indipendenti da ArcelorMittal.
Ricordiamo che le condizioni sospensive comprendono: la modifica del piano ambientale in vigore per tenere conto delle modifiche del nuovo piano industriale; la revoca di tutti i sequestri penali riguardanti lo stabilimento di Taranto; e l’assenza di misure restrittive, nell’ambito dei procedimenti penali in cui Ilva è imputata, nei confronti di Acciaierie d’Italia Holding o di sue società controllate. Nel caso in cui le condizioni sospensive non si verificassero, Acciaierie d’Italia Holding non sarebbe obbligata a perfezionare l’acquisto dei rami d’azienda di Ilva e il capitale in essi investito verrebbe restituito.
E a proposito del piano ambientale, riferiamo che a Trieste il 13 aprile Fincantieri, ArcelorMittal Italia (Ami) e Paul Wurth Italia (Pwi) hanno firmato un Memorandum d’intesa (MoU) per l’eventuale realizzazione di un progetto finalizzato alla riconversione del ciclo integrale esistente dell’acciaieria di Taranto di Ami secondo tecnologie ecologicamente compatibili.
Per Thomas Hansmann, amministratore delegato di Paul Wurth Italia S.p.A.: “La riconversione green del sito di Taranto riveste un’importanza strategica tale da richiedere il concorso delle migliori risorse del Paese. Si sta giocando una partita fondamentale per consentire all’Italia di continuare a rivestire un ruolo cardine nella produzione di acciaio di alta qualità in Europa”.
Le tre società si sono suddivisi i compiti. Secondo Lucia Morselli, amministratore delegato di ArcelorMittal Italia: “Dobbiamo essere in grado di migliorare le nostre imprese, farle essere campioni di sostenibilità, capitalizzare su questi processi, su queste tecnologie e avremo così un driver di sviluppo per il paese con un potenziale di esportazione di tecnologia straordinario, essendo la domanda di queste competenze in continua crescita in Europa e nel mondo”.
Pwit, fornitore tecnologico la cui cultura impiantistica deriva da una compagnia storica quale Italimpianti, si occuperà di verificare la fattibilità tecnica dell’implementazione di nuove tecnologie nell’impianto esistente per migliorare l’impatto ambientale e definirà gli input necessari all’analisi di fattibilità economica. Ami si occuperà, quale gestore del sito industriale, della verifica di fattibilità produttiva delle nuove soluzioni tecnologiche e dei relativi impatti economici/normativi/legali. Fincantieri, in grado di operare come general contractor nei settori civile, strutturale, ambientale, impiantistico, elettronico e manutentivo, verificherà la fattibilità dei progetti, con riferimento in particolare a investimenti, tempistica, costi di gestione, in un’ottica di integrazione delle differenti attività di project management.
Inoltre nell’accordo è compresa l’individuazione di progetti innovativi per il contenimento delle emissioni, nonché attività per lo studio e lo sviluppo di nuovi modelli di business congiunti, come la realizzazione di acciai ad alta resistenza per la produzione di navi e grandi infrastrutture, oltre alla fornitura di acciaio.
In conclusione secondo Giuseppe Bono, amministratore delegato di Fincantieri: “Le collaborazioni tra preminenti attori nazionali vanno oltre la crescita delle singole aziende, innescando benefici per l’intero tessuto economico del Paese. Questa convergenza con ArcelorMittal e con una società dalla solida tradizione come Paul Wurth, potrà valorizzare fortemente la filiera siderurgica. Questa rappresenta una risorsa fondamentale per la manifattura italiana, che ambisce a rimanere la seconda in Europa, e il nostro impegno è rivolto ad aumentare la competitività del prodotto acciaio, soprattutto sotto il profilo della sostenibilità ambientale, aspetto che acquista sempre maggiore rilevanza. Siamo anche lieti che per la prima volta per l’acciaieria di Taranto siano coinvolti, oltre ad Ami, importanti realtà industriali del Paese, che potranno quindi dare un contributo alla soluzione degli annosi problemi che hanno pregiudicato il mantenimento e lo sviluppo di questo sito che, ricordiamolo, è il primo d’Europa”.
Aggiornato il 16 aprile 2021 alle ore 10:05