Recovery blindato

Il governo presieduto da Mario Draghi ha individuato le priorità della sua azione e sta ora impostando un metodo di lavoro. Già in queste prime settimane di attività emergono, chiaramente, due direttrici e ne sono la prova i due comitati interministeriali istituiti con il decreto di riorganizzazione dei ministeri. Il primo comitato è il Cite, acronimo di Comitato interministeriale per la transizione ecologica, costola del neoistituito ministero. Il secondo è il Citd, che si occuperà della transizione digitale.

Il Cite avrà il compito di approvare entro tre mesi un piano per la transizione verde, cui sono destinati 70 miliardi di euro dei 209 complessivi del Recovery plan. La supervisione spetta al ministro Roberto Cingolani, mentre la struttura di governance dell’intero Recovery è incardinata presso il ministero dell’Economia, dove siede l’ex Ragioniere generale dello Stato nonché direttore generale della Banca d’Italia, Daniele Franco. Oltre ai tecnici, del Cite fanno parte il ministro del Lavoro, Andrea Orlando (Partito Democratico), il ministro dell’Agricoltura, Stefano Patuanelli (Movimento Cinque Stelle) e dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti (Lega).

Il Citd, che gestirà circa un quarto delle risorse del Recovery, è invece presieduto dal ministro senza portafogli, Vittorio Colao, che collaborerà con il ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta (Forza Italia), della Salute, Roberto Speranza (Liberi e Uguali), della Giustizia, Marta Cartabia, del Sud, Mara Carfagna (Forza Italia), delle Infrastrutture, Enrico Giovannini, della Cultura, Dario Franceschini (Partito Democratico), oltre che con i ministri Cingolani, Franco e Giorgetti che fanno parte anche del Cite.

In entrambi i casi è chiara l’intenzione del presidente Draghi di blindare il Recovery con nomi di sua fiducia, per accelerare la stesura del piano ed evitare sorprese con Bruxelles, quando entro il prossimo 30 aprile verranno presentati i progetti. Vi è da chiedersi quale sarà il margine d’azione entro il quale la componente politica potrà muoversi. Confermando le sue doti di velocità nel ragionamento, il ministro Brunetta ha istituito un proprio gruppo di esperti, con la collaborazione di Carlo Cottarelli, che si dovrà occupare della riforma della Pubblica amministrazione, anch’essa rientrante fra le missioni del Recovery. E avendo già occupato quell’incarico per oltre tre anni durante il quarto governo di Silvio Berlusconi, è approdato a palazzo Vidoni, storica sede del ministero, con idee chiare e determinazione.

Ovviamente è prematuro esprimere oggi una valutazione concreta sui contenuti del Recovery, anche se qualcosa inizia a profilarsi all’orizzonte. Finora sembra certa una cosa, cioè il gradimento dei mercati finanziari e delle cancellerie europee nei confronti del Governo. E, come si sa, la fiducia costituisce da sempre il principale ingrediente per la ripresa economica.

Aggiornato il 09 marzo 2021 alle ore 09:47